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Salva la barca che va alla deriva, la Capitaneria lo multa

Published by  Giornale della Vela   11 gennaio 2022

La storia è semplice e assurda: un velista, al comando solitario di una barca a vela, si trova con il motore in panne all’uscita del porto di Marina di RavennaRientra a vela, ma nel canale viene fermato dalla Guardia Costiera che lo sanziona (700 euro) perché “l’unità, procedendo esclusivamente a vela, non esponeva il triangolo rovescio prescritto da ColReg”.


Il triangolo da esporre secondo il Colreg

Per chi non lo sapesse, il Colreg è l’insieme delle regole per prevenire le collisioni in mare, e il triangolo rovescio da esporre sarebbe quello che, tra i segnali diurni, identificherebbe una barca a vela a propulsione mista. Peccato che, in un momento di emergenza, con il rischio di andare a scogli, l’ultimo pensiero di uno skipper sia quello di issare il triangolo rovescio.

Lo sfortunato velista si chiama Pietro Calvelli, che in quel momento era a bordo del Brigand 750 dello Yacht Club Romagna e che, per una questione di principio, ha deciso di portare la vicenda in tribunale (prossima udienza il 22 febbraio), per “combattere i difetti di Capitaneria e Giustizia”. Anche perché ha provato a inviare una PEC alla Capitaneria con la richiesta di “evento straordinario”, ma la mail è stata “persa”.

Lasciamo che sia lui a raccontare, punto per punto, questo caso di incompetenza e malaburocrazia all’italiana.

“Rientro a vela con il motore in panne, mi fanno la multa”

1. Marina di Ravenna, lunedì mattina 5 ottobre 2020, dopo aver concordato con il Cantiere Oltre l’alaggio de La Bimba, Brigand 750 in armamento alla Scuola Nautica di YCR ed appositamente immatricolata, telefono al cantiere per avere conferma. Sono solo, ma non mi pare pericoloso il breve tratto, rabbocco il serbatoio con 10 litri di gasolio ed il motore parte immediatamente. Il mare è piatto ed il vento da 180° è meno di 10 nodi. Mollo gli ormeggi, esco a marcia indietro e ruoto la barca verso l’uscita del marina senza alcun problema.

2. In questo punto il motore comincia a singhiozzare, provo a cambiare i giri ma questo si spegne. Ho gli scogli a sinistra e non ho modo di rientrare a vela da solo, tantomeno bordeggiando di bolina con il solo genoa, visto che da solo non posso alzare la randa. Quindi apro il solo genoa e decido di procedere a vela per non finire sul molo guardiano. Non posso abbandonare la manovra dell’unità, avendo in una mano la barra del timone e nell’altra la scotta del genoa. Quindi non posso scendere sottocoperta per usare la radio. Tantomeno scendere a cercare il triangolo rovescio e farlo salire a riva. Anche perché il motore è restato faticosamente acceso, ma in folle, ed in questo caso non è previsto alcun segnale.

3. Il percorso per il cantiere consisterebbe in un breve lasco ed un successivo traverso, molto facile da percorrere per qualcuno che non sia alle prime armi. Lì mi stanno aspettando e sarà semplice l’ormeggio sotto la gru. So bene che è vietato navigare a vela nel canale, ma ritengo che sia doveroso in caso di emergenzae nessuno mi ha mai prospettato una soluzione migliore e più sicura per uscire da quella situazione di piccola emergenza.

4. Il canale è perfettamente sgombro quando entro a lento moto, poi compaiono due unità della Guardia Costiera in entrata e quindi accosto e mi fermo al molo foraneo nord, esattamente di fronte al per non costituire intralcio. Una delle unità ormeggia presso la mia poppa, scende un marinaio per chiedermi patente e licenza di navigazione. Li consultano a bordo della loro unità mentre io ne approfitto per chiamare il cantiere poco distante (mezzo miglio?). Mi vengono riconsegnati i documenti assieme ad un primo verbale.

5. Quasi subito arriva il buon Davide Gianella (titolare del cantiere di rimessaggio, ndr)con un suo mezzo di servizio e, supponendo che sia rimasto senza carburante (so che è impossibile) porta anche una tanica di gasolio. Naturalmente il motore non ne vuole sapere di andare su di giri e quindi mi traina sotto la gru del cantiere.

6. Il giorno dopo aver alato la barca in banchina Davide Gianella trova dentro il serbatoio corpi estranei, benzina e acqua. Evidentemente la barca si era mossa tranquillamente a motore finché il materiale estraneo non ha ostruito filtri e condotti, consentendo al motore di restare acceso solo al minimo.

7. Nei tempi previsti spedisco via PEC in Capitaneria la formale obbligatoria DICHIARAZIONE DI EVENTO STRAORDINARIO ed anche le mie OBIEZIONI al verbale, più o meno quanto scritto ai capitoli precedenti. Le missive sono in allegato e chiedo anche di essere sentito.

8. Sfortunatamente le missive vanno disperse nei meandri della Capitaneria, non ricevo alcuna risposta, non vengo convocato per spiegare le mie ragioni, ma ricevo una missiva che mi imporrebbe di pagare una multa di circa 700 €Quindi telefono in Capitaneria dove si appura che le missive sono disperse e mi viene chiesto di dimostrare di averle spedite. Le spedisco nuovamente (siamo già nel 2021) Tengo un colloquio con due giovani ufficiali ma non con chi comanda l’Ufficio Contenzioso o qualcuno che conoscesse le dinamiche della vela. Viene annullato il precedente verbale me ne arriva uno da 300 €, quello per il quale sto ricorrendo.

Sarebbe stato più semplice pagarlo che perdere tempo ed energie per fare ricorso su un argomento piuttosto ostico per un inesperto di vela e per questo motivo chiedo che sia consultato un perito riconosciuto tale dal Tribunale di Ravenna.

Lo sto facendo perché ritengo un dovere civile cercare di impedire che tali episodi si ripetano.