Progetto Jamila Cube
Cari amici, a volte è proprio vero: non bisogna “aspettare Godot”.
Conosco Alessandro da molti anni, ha navigato più volte con me sul Sound of Silence, ed è un grande marinaio. Mi raccontava che per tenersi in forma anche d’inverno si faceva qualche chilometro nuotando in mare, sotto costa a Santa Foca, trascinando un galleggiante da subacqueo per…essere visto o rintracciato…
Lo sento ogni tanto al cellulare, vedo le sue foto in regata, e quando qualche giorno fa mi ha mandato un’email con il progetto che vorrebbe realizzare, ho pensato che dovevo veicolarlo attraverso le mie news e Rotte di tutto il Mondo, seguito anche dal Frangente.
Le belle iniziative vanno spronate, bisogna crederci ed osare, come lui mi ha scritto quando gli ho chiesto informazioni sulla sua decisione…
«Non è semplice e per i miei standards rasenta la follia, ma anche le tue vicissitudini mi hanno spronato a non aspettare più Godot».
Ecco, magari fra tutti gli amici che ci leggono ed amano queste “follie”, qualcuno è interessato ad approfondire il progetto direttamente con Alessandro.
Auguri Ale
JAMILA3 (JAMILA CUBE) PROJECT
Progetto di partecipazione a regate di altura mediante il recupero di un trimarano oceanico
Descrizione Progetto
Per sostenere il seguente progetto si ricercano finanziamenti tramite contratti di sponsorizzazione di atleta dilettante per ripristinare un trimarano per competizioni oceaniche ed iniziare una regolare attività di partecipazione a regate di altura sia a livello nazionale sia internazionale.
La sponsorizzazione di sportivi in genere e quella legata alle competizioni veliche in particolare rappresenta una delle migliori strategie di marketing a medio e lungo termine, permettendo di dare visibilità ai marchi di un’azienda dal livello locale fino a quello internazionale.
Il mondo della vela e le competizioni veliche da diversi decenni stanno attraendo sempre più persone affascinate da questa realtà e dai sogni di liberà e avventura che trasmette. Un marchio visibile su vele, scafo ed eventualmente divise viene legato fortemente a questo immaginario, esaltandolo e rendendolo memorabile. In questo modo si ottiene una strategia win-win sia per l’azienda in termini di visibilità sia per l’atleta, che in questo modo ha la possibilità di reperire i fondi necessari per portare avanti la sua attività in maniera competitiva.
Nel caso specifico i finanziamenti per il primo anno di attività serviranno a coprire diversi aspetti del progetto:
- Acquisto ed allestimento della barca, delle dotazioni di sicurezza e strumentazione.
- Corsi internazionali di sicurezza e sopravvivenza per l’abilitazione a partecipare in sicurezza alle competizioni di altura (World Sailing – Offshore Special Regulations).
- Copertura spese di iscrizione, trasferimenti, partecipazione alle gare ed assicurazioni per barca ed equipaggio.
Negli anni successivi, in base all’esperienza accumulata, si valuterà come migliorare eventualmente le prestazioni della barca, considerando l’aggiunta di eventuali appendici o modifiche dell’attrezzatura velica, e verrà mantenuto un costante aggiornamento per quanto riguarda la sicurezza.
L’imbarcazione
Il progetto prevede il recupero di un trimarano di 12 m per regate oceaniche dei primi anni ‘70, nello specifico un Kraken 40, disegnato dall’australiano Lock Crowther, progettista specializzato e rinomato proprio nello sviluppare multiscafi di successo quali ad esempio i Catana 40. Dai suoi progetti sono state realizzate oltre 2500 imbarcazioni. Un esemplare di Kraken 40 vinse la regata New York – Bermuda del 1969.
Nonostante la vetustà del progetto, il disegno degli scafi, il profilo sottile e la ridotta superficie bagnata portano a ritenere che l’imbarcazione mantenga ancora una buona competitività anche rispetto a scafi più moderni. Si aggiunga poi la solidità della struttura, adatta a sopportare le intense sollecitazioni che si verificano nello svolgimento delle competizioni.
Questa particolare imbarcazione venne costruita nella prima metà degli anni ‘70 su incarico di un pilota di aereo presso il cantiere “Nuova Artigialnautica” a Fiumicino e l’albero importato direttamente dagli Stati Uniti. È stata realizzata, insieme alla gemella ancora navigante a Fiumicino, con fasciame in legno resinato esternamente.
Navigò diversi anni tra coste laziali e Toscane, per poi essere riportata in cantiere per successive modifiche, che non vennero mai eseguite. Con il decesso del proprietario, l’imbarcazione venne abbandonata nel cantiere dagli eredi, che non hanno interesse al suo recupero.
Il fatto che l‘imbarcazione non sia autocostruita, ma sia stata realizzata in maniera professionale e che tuttora si trovi presso lo stesso cantiere di costruzione, rappresenta un ulteriore aspetto positivo per il suo recupero. Il cantiere rappresenta una piccola realtà della tradizione cantieristica italiana dei maestri d’ascia, realizzando e riparando imbarcazioni in legno dal 1970. Questa esperienza ha permesso di realizzare scafi ed arredamento interno dell’imbarcazione con una buona qualità, che giustifica ulteriormente lo sforzo per un suo restauro.
Tra gli interventi previsti per il ripristino dell’imbarcazione, oltre agli adeguamenti richiesti dagli organi internazionali che regolano gli sport velici, particolare attenzione verrà posta nel promuovere scelte tecniche di sostenibilità e basso impatto ambientale, ricorrendo all’uso di fonti energetiche rinnovabile e rendendo l’imbarcazione completamente indipendente dall’uso di fonti fossili per il fabbisogno energetico, mediante la sua completa elettrificazione.
Offerte di sponsorizzazione
Breve curriculum dell’atleta
Alessandro Manuelli nato a Pavia il 14/03/1970, laureato in ingegneria chimica presso il “Politecnico di Milano” e ottenuto il titolo di dottore di ricerca presso la “Technische Univesität Chemnitz”, pratica la vela dall’età di 17 anni. Dal 2005 intensifica il suo impegno sportivo partecipando a diverse regate nel campionato “West Liguria”. Il culmine lo raggiunge l’anno successivo con il 10° posto in compensata alla “Giralia Rolex Cup” a bordo del 40.7 “Heaven Can Wait”.
Interrompe l’attività per diversi anni dovendo trasferirsi all’estero a causa di impegni professionali. Riprende dal 2012 partecipando a varie regate e campionati tra Otranto, Santa Maria di Leuca, Gallipoli e San Foca, oltre ad eseguire trasferimenti in Adriatico, ionio ed Egeo. Attualmente esercita la libera professione di ingegnere.
Cell.: 329744960 Email: manuelli_a@yahoo.it