Polinesia Francese
La Polinesia Francese è una meta ambita dai navigatori e dagli avventurieri dei mari del Sud. Ogni anno, l’arcipelago accoglie un numero sempre maggiore di diportisti nelle sue acque territoriali, attratti dall’esperienza straordinaria offerta da queste isole esotiche.
L’aumento del traffico nautico ha spinto il governo della Polinesia Francese a riorganizzare, o meglio a ripensare da zero, la regolamentazione della navigazione e dell’ancoraggio in questa zona, fino ad ora lasciata a uno sviluppo naturale.
L’ articolo che segue è stato preparato da Catherine Rocheteau, Direttrice della Direzione Polinesiana degli Affari Marittimi (DPAM), che si occupa del coordinamento di tutti i progetti relativi alla gestione delle attività marittime nelle acque polinesiane, e di conciliare lo sviluppo della navigazione da diporto con la protezione dell’ambiente marino e le esigenze delle comunità locali.
Mira inoltre a migliorare la sicurezza, la protezione dell’ambiente marino e la soddisfazione di tutti, siano essi crocieristi, equipaggi di imbarcazioni da diporto, abitanti delle isole o fornitori di servizi.
Perché nuove regolamentazioni in Polinesia Francese?
La Polinesia Francese è un vero gioiello del Pacifico, rinomato per le sue lagune cristalline, la straordinaria biodiversità e l’ospitalità dei suoi abitanti. Tuttavia, l’aumento costante del numero di diportisti ha evidenziato sfide importanti: la conservazione degli ecosistemi marini, l’equilibrio nell’accesso alle zone di ancoraggio e la necessità di garantire la sicurezza per tutti gli utenti del mare.
Queste nuove regolamentazioni non sono solo una restrizione, ma rappresentano un’opportunità per creare un quadro sostenibile. L’obiettivo è anticipare le sfide future stabilendo un sistema che regoli i flussi nautici, valorizzando al contempo il patrimonio naturale e culturale della Polinesia. Proteggere le lagune significa preservare una parte essenziale dell’identità polinesiana e garantire che le future generazioni possano continuare a godere di queste meraviglie.
Obiettivi delle nuove regolamentazioni
L’aumento del numero di diportisti nelle acque polinesiane ha reso necessaria una gestione più strutturata delle soste nautiche.
- Ottimizzare l’uso delle aree di ancoraggio: regolando il numero di imbarcazioni nelle zone più frequentate, per evitare il sovraffollamento e garantire un accesso equo a tutti i navigatori;
- Proteggere l’ambiente marino: creando aree di ancoraggio organizzate e installando ormeggi ecologici per minimizzare l’impatto delle ancore sui fondali sensibili e preservare la biodiversità marina;
- Migliorare la sicurezza nautica: una gestione centralizzata delle zone di ancoraggio permetterà di controllare meglio i movimenti delle imbarcazioni, garantire il rispetto delle norme marittime e rispondere più rapidamente alle emergenze;
- Facilitare i servizi per i diportisti: il nuovo servizio fornirà informazioni aggiornate sulle condizioni di ancoraggio, prenotazioni online e supporto alle imbarcazioni.
I principali cambiamenti
Per le imbarcazioni da diporto di meno di 20 metri, il lancio di questo nuovo servizio è previsto nel corso del 2025.
L’amministrazione ha in programma una fase pilota in alcune delle zone di ancoraggio più frequentate, per poi estendere progressivamente il servizio all’intero territorio polinesiano.
Le misure previste includono:
Prenotazione online: i diportisti dovranno prenotare il loro posto di ancoraggio in anticipo tramite la piattaforma online Escales, riducendo così le incertezze e i conflitti di utilizzo delle aree di ancoraggio. Quando sono previste tasse e diritti di soggiorno o di ormeggio, il servizio online consentirà agli utenti di effettuare i pagamenti in modo semplice.
- Installazione di ormeggi ecologici: per proteggere gli ecosistemi marini fragili, verranno installati ormeggi ecologici nelle zone sensibili, permettendo alle imbarcazioni di ormeggiare in sicurezza senza danneggiare i fondali.
- Sorveglianza e assistenza: squadre locali saranno presenti per accogliere e assistere i diportisti, garantire il rispetto delle normative e intervenire rapidamente in caso di necessità.
- Educazione e sensibilizzazione: saranno realizzate campagne di sensibilizzazione per promuovere pratiche di ancoraggio e navigazione rispettose dell’ambiente e delle tradizioni locali. Queste iniziative mirano a coinvolgere le comunità locali nella protezione del loro ambiente marino e nell’accoglienza dei diportisti.
Implementazione definitiva e livello di tolleranza
Il nuovo servizio per le imbarcazioni di meno di 20 metri sarà pienamente operativo entro il 2026. Attualmente è in fase di preparazione un progetto pilota in alcune aree, con un approccio flessibile per permettere ai navigatori di adattarsi progressivamente alle nuove regole.
Durante questa transizione, adotteremo un approccio educativo: l’obiettivo non è sanzionare immediatamente, ma accompagnare i diportisti in questo cambiamento. Verranno messe in atto campagne informative, guide pratiche e un servizio di assistenza sul posto per garantire una chiara comprensione delle nuove normative.
Come garantire il rispetto della regolamentazione?
L’attuazione di queste misure si basa su un equilibrio tra prevenzione, sensibilizzazione e controllo.
- Prevenzione e informazione: squadre locali, responsabili delle aree di ancoraggio regolamentate, saranno incaricate di informare i diportisti sulle buone pratiche e sulle zone soggette a regolamentazione. Una piattaforma online dedicata, il servizio telematico Escales, centralizzerà tutte le informazioni utili.
- Sorveglianza: squadre operative sul territorio monitoreranno il rispetto delle norme, con particolare attenzione alle aree più sensibili.
- Sanzioni come ultima risorsa: in caso di violazioni evidenti e ripetute delle regolamentazioni, potranno essere applicate sanzioni, anche se non rappresentano la priorità.
La DPAM privilegia un approccio collaborativo, coinvolgendo i navigatori e le comunità locali nel rispetto e nella tutela dell’ambiente marino.
Le zone totalmente vietate
Alcune aree sono ora completamente interdette alle attività di diporto. Questi divieti riguardano principalmente habitat marini particolarmente vulnerabili o siti di grande valore culturale per le popolazioni locali. Si tratta, ad esempio, di fragili barriere coralline, veri e propri polmoni degli oceani, o di lagune che fungono da rifugio per specie marine minacciate. Le zone vietate sono visibili sul software NAVILY.
Tuttavia, queste decisioni non vengono prese alla leggera. Prima di definire tali zone, vengono condotti studi ambientali approfonditi per individuare le aree in cui l’impatto dell’ancoraggio e della navigazione risulta più critico. Parallelamente, queste analisi permettono anche di identificare zone a minore impatto, dove concentrare gli sforzi di organizzazione e gestione.
La DPAM lavora a stretto contatto con le popolazioni locali e i sindaci delle varie comunità per garantire che queste misure siano in linea con le esigenze degli abitanti e con le specificità di ogni isola. La loro partecipazione attiva assicura una gestione condivisa, sostenibile e rispettosa degli usi tradizionali. Questo approccio collaborativo è essenziale per preservare sia la ricchezza del patrimonio naturale sia i legami culturali che uniscono i polinesiani al loro ambiente.
Una visione a lungo termine
Questo progetto si inserisce in una visione a lungo termine per trasformare la Polinesia Francese in un “mer-itorio” responsabile in materia di turismo nautico sostenibile.
Le iniziative previste
- Estendere il sistema di gestione delle soste a tutto il territorio polinesiano, con un miglioramento continuo degli strumenti digitali;
- Sviluppare ulteriormente ormeggi ecologici e infrastrutture adeguate per i diportisti;
- Rafforzare la collaborazione con le comunità locali per integrare il loro sapere e le loro esigenze nella gestione marittima;
- Coordinare gli sforzi con le altre isole del Pacifico per condividere informazioni sui flussi di navigatori.
L’obiettivo è che la Polinesia resti un luogo di meraviglia e avventura, diventando al contempo un modello di gestione responsabile e sostenibile delle sue risorse marittime. Navigare in Polinesia significa anche diventarne custodi: adottiamo insieme un approccio responsabile e rispettoso!