Polinesia 2019 – 2
Continua il racconto della navigazione in Polinesia, alle Tuamotu, un invito per chi volesse conoscere questo angolo del Pacifico
Domenica mattina trasferimento a Fakarava Nord.
Oggi, lunedì, verso le 10 siamo usciti dalla pass nord di Fakarava , una pentola in ebollizione, con la corrente in uscita che frange contro la corrente dell’oceano spinta dal fetch, contraria, e ci dirigiamo su TUAU.
Ieri pomeriggio dopo una bella veleggiata dentro l’atollo eravamo arrivati in paese,che si snoda slla strada principale deserto, che abbiamo visitato con una camminata su e giù.
Ho ritrovato il molo dove era stata “ricoverata” la barca che ho visto affondare lo scorso viaggio qui alle Tuamotu, i due supermercati….chiamiamoli così…. la bella chiesa, i ristorantini chiusi la domenica, i fiori ed i colori delle buganvillee e gli alberi del pane.
Stamane presto rifornimento di cambusa, cui chiaramente ha pensato Camille e poi partenza veloce.
Lunedi TUAU: vorrei dire che ho organizzato il viaggio in Polinesia soprattutto per raggiungere questo atollo, rivedere Gastone e Valentine, immergermi nelle acque trasparenti di questa falsa pass, nuotare in un contesto unico per la quantità di pesci e coralli.
I gestori si sono ricordati di me, anche perchè Henere, il mio amico skipper polinesiano, è un loro nipote, e forse questo ha contribuito a garantire una serata “in nostro onore”.
In questo sito c’è l’acquario vivente forse più bello di tutte le Tuamotu, ad eccezione forse di qualche pass, dove in una gabbia subacquea molto grande ho visto due pesci Napoleon giganti, squali, cernie grandi almeno 15 Kg, e una moltitudine di pesci di tutte le taglie , colori, conchiglie, e corallo, molto corallo, vivo, con i colori della tavolozza di un pittore.
Appena arrivati diamo fondo fra altre due barche, , ho riconosciuto le reti che spuntavano in fondo alla finta pass ( si, perchè qui il reef forma un’ansa a forma di fiordo che potrebbe trarre in inganno), ho detto a Nanni di seguirmi e nuotando a zig zag fra le formazioni di corallo, a volte passando a pelo sopra le formazioni tanto da sfregiarmi il petto, siamo arrivati sull’obiettivo: i due Napoleon , azzurri, giganteschi, dietro alla rete, e sul fondo, appoggiati sulla sabbia, tre squali, di cui due in accoppiamento.
Ad un certo momento uno squalo di oltre un metro ci è passato vicino, ma basta ignorarli……. E non sanguinare….
Il cuore mi batteva forte, sono rimasto almeno 15’ in ammirazione di quell’ambiente, mi trattenevo sul fondo aiutato dalla rete perchè la corrente era forte, ed ero felice perchè avevo ritrovato tutto uguale a sei anni fa…..
Martedì è stato un susseguirsi di visite al reef, con il dinghi siamo andati fuori dalla finta pass, ed abbiamo potuto nuotare in protezione ammirando il fondale e la sua vita, visibilissima fino allo strapiombo che scendeva ad oltre 100 metri . La sera poi grande festa: Gastone aveva ucciso e cotto un maialino sulla brace con una cottura lenta di 7 ore, mentre Valentine si era dedicata al pesce, con il poisson crue di maimai al cocco, una zuppa di pesce, riso e dolce al cocco, poi musica dal vivo, logicamente canzoni polinesiane, insomma una serata baciata dalla luna piena…
Mercoledi mattina prima di partire abbiamo lasciato loro parecchie provviste perchè la nave arriva solo ogni 15 giorni, ed in cambio ci hanno dato due pacchi di pesce fresco, e Valentine ha lasciato che le signore scegliessero delle perle nere (di scarto ma comunque vere) da portare in Italia come ricordo…..
Un po’ in ritardo sul programma siamo partiti per il trasferimento ad Aputaki, una trentina di miglia, dove siamo entrati dalla pass in un momento di stanca. Era in programma una sosta per la notte, ma con una decisione non condivisa da tutti, Camille ha deciso di spostare il catamarano per non avere il rumore del generatore….. ergo trasferimento veloce a 15 mgl ad un motu .
Giovedì trasferimento al carenaje, dentro all’atollo di Aputaki, dove c’è l’unico cantiere delle Tuamotu.
Venerdì mattina ritorno al paese, forse il più bello dell’intero arcipelago, passeggio, immancabile ricerca di collegamento internet, rifornimento al piccolo supermarket, visita alla farm di perle e prima di sera partenza con navigazione notturna verso Rangiroa.
Sabato mattina prima delle 8 arriviamo a Rangiroa, entriamo dalla pass nel vecchio paese, con ancoraggio scomodo e discesa a terra molto difficile per l’errata scelta dell’approdo da parte di Camille. Nel pomeriggio di sabato trasferimento alla seconda pass lungo il canale interno, rimaniamo alla fonda vicino al paese e al molo, che raggiungiamo a nuoto senza difficoltà.
Domenica mattina mentre Nanni fa diving sulla pass, con Camille con il dinghi andiamo in una zona protetta, delimitata da boe, dove alcuni cartelli sommersi indicano i tipi di corallo e pesce che si possono ammirare. È il primo esempio di giardino subacqueo che vedo, situato proprio dove la corrente della pass muore, per cui la vita sul fondo prospera in modo naturale , protetta, e facilmente godibile da tutti…
A mezzogiorno trasferimento al motu di AIAI, stupendo , anche se il tempo si mette al brutto.
Lo sapete cosa sono i merdoni? Nel linguaggio dei velisti sono dei grossi temporali, spesso improvvisi, che costringono a ridurre le vele. Nelle traversate oceaniche , quando si naviga sospesi fra cielo e terra, e all’orizzonte compaiono grosse nubi nere, l’esclamazione che si sente subito è…..merdoni ……….perché il disprezzo per questa manifestazione atmosferica turba l’equilibrio della navigazione , e spesso si esprime con durezza e violenza, accompagnata da pioggia …..bagnata….
Anche oggi alle Tuamotu è stato giorno di merdoni, ne sono passati tre, e per poco non saremmo potuti partire dalla pass di Rangiroa ……..se il cielo fosse stato coperto .
Navigazione di tre ore, con arrivo al moto di AIAI…. , e due merdoni neri ci hanno costretto a chiudere tutte le vele, proprio poco prima dell’arrivo.
Per fortuna passano velocemente, e un bel sole ci ha permesso di ancorare in tutta sicurezza.
Lunedì AIAI
Merdoncini continui….basta non farci caso, anche se i colori della Polinesia non ci sono, e non si vedono l’indaco, l’azzurro, il bianco e rosa corallo, il blu profondo del cielo che si specchia sull’acqua limpida.
Stamane Bruno ha fotografato sulla spiaggia due cinghiali con tre piccoli…non lo avrei mai pensato…….e sono sceso per prendere contatto con questo lembo di terra.
Il confine del reeff è vicino, stretto, si sente frangere al di la della barriera ma non quella corallina, ma la barriera del bosco di palme… Qui stranamente l’oceano per entrare nella laguna ha solcato la barriera creando vie d’acqua come fiumi. Ma quello che rende particolare AIAI è la presenza del cono vulcanico direttamente sulla barriera, sicche’ anziché corallo bianco c’è una formazione lavica, nera, impraticabile, spettrale, ed è ancor più strano vedere che, mentre all’interno della barriera c’è il corallo spezzato, bianco, morto, al di là si vede un lembo di spiaggia rosa, direttamente sull’oceano, purtroppo non raggiungibile perché camminare sul terreno lavico non è molto igienico.
Nel complesso è un paesaggio inquietante, credevo di percepire qualche segno di vita guadando le vie d’acqua, non dico aragoste ma almeno pesce o granchi, ma quel poco che c’è è sicuramente preso da quei cinghiali che vivono qui, le cui tracce ho trovato lungo la spiaggia, di unghie e di buche profonde 20cm per trovare la preda.
Sono rientrato a bordo a nuoto, senza fatica, e l’atmosfera è rilassata: chi legge, chi chiacchiera, chi scarica le foto, chi scrive…..
Martedì ritorniamo alla pass di Rangiroa per diving di Nanni e leo, poi partenza con navigazione notturna diretti a Makatea