L’importanza della manutenzione
Ciaociao, con la zona bianca aperta a tutte le regioni possiamo cominciare ad organizzarci per vivere l’estate, ed anch’io posso finalmente fare un minimo di programma per riportare il SOS in acqua, nel suo elemento. I lavori adesso procedono spediti, l’albero in settimana sarà ultimato, l’antivegetativa sarà ultimata anche sulle tacche dove appoggiava lo scafo, e per metà giugno la barca sarà in acqua, pronta per il trasferimento a Monfalcone.
Come sapete le manutenzioni non sono mancate, e con il pensiero a recenti brutti fatti di cronaca ho fatto alcune riflessioni che vi propongo…..
…. ho fatto associazione fra gli stralli e sartie che sostengono l’albero della barca con i cavi che sostengono le funivie, pur se le dimensioni sono ben diverse ed altresì i carichi di rottura, ma il concetto è uguale. Nelle foto che riporto in calce si vede il punto arrossato dove il cavo d’acciaio si innesta sul terminale, e punzonato a pressione, mentre sul cavo della funivia il fissaggio avviene con piombo fuso. L’anno scorso quando ho sbarcato l’albero per mettere la barca dentro al capannone ho fatto controllare le impiombature di stralli e sartie, ed ho notato che in prossimità della pressatura alcuni trefoli erano ossidati, ma avrebbe anche potuto esserci della ruggine all’interno o corrosione. Poiché in navigazione le sollecitazioni non mancano, la rottura di una manovra fissa a causa della ruggine può causare la caduta dell’albero, non sarebbe la prima volta che capita, inoltre i cavi avevano già 15° anni, e per questo ho deciso di cambiarli tutti. L’amico Cesare mi ha chiesto di portargli alcuni spezzoni di cavo con relativi terminali per tagliarli a metà e fare i raggi X, così vedremo l’effettivo degrado della impiombatura …. vi saprò dire.
Una raccomandazione per tutti i velisti è di non sottovalutare i controlli sulle manovre che subiscono maggiori sollecitazioni, e al riguardo per verificare l’eventuale presenza di ruggine sulle impiombature esistono anche tre bombolette il cui contenuto, spruzzato in sequenza sull’acciaio, fa emergere l’eventuale problema con la differenza di colore, per cui si può intervenire con un controllo più approfondito.
Previsioni meteo: non abbiatemene se mi sento di fare una seconda raccomandazione in merito alle previsioni meteo, perchè quest’anno sono attesi forti sbalzi di temperatura da collegare agli sbalzi di pressione, relative implicazioni sul vento, sul mare, sulle possibilità di fortunali; poichè negli ultimi anni questi fenomeni si sono accentuati, come risulta anche dal racconto URAGANO dello scorso anno, bisogna prestare molta attenzione agli elementi della natura, ai messaggi deboli, alle nuvole che appaiono all’orizzonte, alle calme di vento che possono lasciar presagire cambiamenti repentini, e consultare i bollettini che ormai sono disponibili su molti siti, ed usano modelli statistici sempre più attendibili.
Attualmente i siti a disposizione che conosco sono:
• Weather track
• Windy
• Predictwind
• Windhub
• Per la grecia Vlamis Weather
• Per la Croazia DHMZ
Mi rendo conto che parlando di navigazione in mare aperto e lungo costa le variabili sono difficili da gestire ( vedi Adriatico) , ma come ripeto oggi le risorse dedicate sono molte, ed una buona previsione eviterebbe rischi a chi va per mare.
Credo abbiate visto come durante la Vende Glob le diverse interpretazioni ed usi dei modelli abbiano determinato le scelte dei navigatori: fra l’altro il modello usato www.vendeeglobe.org/en/tracking-map è risultato buono, ma non so a quali risorse attingeva, e purtroppo è bloccato a marzo con l’arrivo dell’ultimo concorrente…
Alberi ed winch: avete mai fatto caso a come sono fatti gli alberi di una volta rispetto a quelli di adesso? quelli di una volta erano più sottili in testa, e non erano un pezzo unico, logicamente dovevano essere saldate le due metà, mentre quelli di adesso sono un unico pezzo, ma di diametro uguale…..efficienza? e avete mai provato a smontare un winch? avete idea di quanto sia complessa la loro struttura?
Gli alberi di una volta erano costituiti in legno. Ora, invece, gli alberi delle barche a vela sono realizzati con materiali molto più leggeri, come l’alluminio e il carbonio. Non serve certo sottolineare che, tra questi due materiali, cambiano i costi, le caratteristiche, le performance e anche, in parte, la manutenzione. Oggi gli alberi in carbonio non sono materiale esclusivo delle sole barche da regata, e la maggior parte degli alberi resta comunque in alluminio. Sono costruiti attraverso uno stampo e per quelli più lunghi sono necessarie delle inevitabili saldature.
Ed il sistema albero? il rigging non è certo costituito dal solo estruso in carbonio o in alluminio. Ci sono ovviamente tutte le sartie, gli stralli, il paterazzo e le volanti, insomma, tutte le manovre che servono per sostenere l’albero (le manovre fisse) e per regolare le vele (le manovre correnti) quelle in cavo spiroidale, e quelle in tondino.
Nel caso di cavi in spiroidale di barche da crociera, il sartiame dovrebbe essere sostituito più o meno ogni 15 anni, i cavi in tondino, invece, andrebbero cambiati più di frequente, ogni 10 anni circa.
E la manutenzione? dopo qualche anno compaiono le fioriture sull’alluminio, e bisogna intervenire: carteggiatura, sabbiatura, due mani di primer una seconda carteggiatura per poi passare alla verniciatura vera e propria, con due mani di smalto.
Alla fine il nostro albero è pronto per essere ri-armato, sartie, stralli, volanti, e rimontare ogni winch, e finalmente rialberare.
winch: serve a moltiplicare la forza di tiro esercitata su qualsiasi scotta o cima che offra una resistenza. Lo si usa per qualsiasi manovra corrente, cioè per tutto ciò che serve per issare e tesare le vele (scotte, drizze, amantigli, ecc.). Oggi la tendenza è di avere in coperta pochi winch ben dimensionati e potenti. Ricordate una volta come erano armate le barche? ogni manovra aveva il suo winch, ricordo un grand soleil che aveva tutti gli winch piazzati sotto l’albero…….
In principio il massimo era il modello a tre velocità: una diretta, una ridotta e una ridottissima, manuali o motorizzati…. basta pigiare un bottone per muovere il verricello, Poi è arrivato il winch con il self tailing che ha permesso ad una sola persona di cazzare la scotta, senza toglierla dal winch. Infine tutti i sistemi motorizzati con i quali la quarta velocità, l’utilizzo di materiali più leggeri per la costruzione..