L’amore per Buonasperanza
Prima il covid, poi la manutenzione, aggiungiamo l’onorevole età , Buonasperanza aveva proprio bisogno di una rinfrescata, e così l’amico Adolfo quest’anno ha completato l’opera, ed è pronto per il …giro del mondo…
Ogni volta che lasciamo gli ormeggi la rotta potrebbe essere sempre per…… le colonne d’Ercole, che duri un week end, una settimana o un’estate la prua è sempre verso il mare aperto, e mi piace pensare che per tutti gli armatori questa filosofia porti a navigare sempre più lontano.
Sapevo che aveva appena trascorso due settimane in Grecia per inaugurare il restiling della barca, e quando ho letto che aveva avuto ancora problemi di natura elettrica, ho capito che solo un intervento drastico avrebbe tagliato la testa al toro…. D’altronde ho sempre pensato che in mare la sicurezza deve essere assicurata con un’attrezzatura adeguata alla navigazione che si intraprende…
Mi ha scritto un msg….. d’amore per la sua Buonasperanza, orgoglioso, raccontandomi gli interventi che ha apportato, sapendo quanto anch’io tenga alla mia “fidanzata” , e poi mi ha scritto ancora a seguito di gravi problemi che ha avuto nelle due settimane greche.
Ho pensato quindi di raccontarvi con le sue parole le ultime vicissitudini che ha vissuto, gli interventi e investimenti che ha portato, e la gioia che si percepisce nelle sue ultime righe.
Buonasperanza, la vecchia Byzance, è stata sempre viziata, o quasi sempre.
A cominciare dai francesi che la acquistarono, nuova, nel 1976, portandola e facendola apprezzare in Costa Azzurra, continuando con i napoletani che nell’ 85 la riportarono in Italia, a Procida, dove subì varie vicissitudini fra le quali un affondamento in porto da cui rinacque a nuova vita, e poi con il termolitano/tremitese che la rilevò piuttosto malridotta dopo dieci anni mettendola immediatamente alla frusta in Atlantico (forte della sua esperienza nonostante la giovane età) fra le Canarie, le Azzorre ed il Portogallo, e sottoponendola poi ad un restauro integrale ed approfondito per continuare a scorrazzare in Mediterraneo, e finendo, per il momento, col sottoscritto, leccese, che avendo evitato per un soffio la mannaia della Fornero, nel 2006 doveva trovare una maniera per occupare il tempo libero di cui si trovava improvvisamente a disporre.
Ed eccome se la trovò!
“ Buonasperanza ha assorbito grandissima parte del mio tempo libero e dei miei risparmi, permettendomi però, pur limitandosi le mie esperienze all’ Adriatico orientale, allo Jonio, ed all’ Egeo occidentale, di conoscere un mondo difficile, scomodo, faticoso, ma meraviglioso.
Per questo non mi sono mai pentito della scelta fatta sedici anni fa, e che rifarei ad occhi chiusi. Chiusi, certo, perché a volerli tenere aperti la ragione imporrebbe scelte forse diverse, quindi meglio chiusi, chiusissimi.
Dopo tanti anni di crocierine estive, ecco che ti arriva il Covid. Che si fa? Si va ugualmente in acqua (Buonasperanza passa più di metà dell’anno a riposo, a secco)? O si salta un anno e ci si gode, dopo tanto tempo, un’estate nella casa al mare affacciata sul Canale d’Otranto?
Deciso, si salta, però si approfitta della sosta forzata per completare un refitting importante iniziato già nell’ inverno del ’99 con sabbiatura dello scafo, trattamento antiosmosi (di cui non c’è mai stata ombra) della carena e riverniciatura di murate e specchio di poppa.
Quindi sbarco del motore, un Nanni Kubota dell’ 85 da 30 hp, che viene affidato al meccanico di fiducia dicendogli “adesso lasciamo passare l’estate, ma in autunno ci metti mano e a gennaio rimontiamo”. “Va bene, d’ accordo così”, fa lui. Siamo a giugno 2020.
Per non farla troppo lunga dopo un anno, maggio 2021, siamo ancora in mente Dei. Lui dice “ce la facciamo”, io so da tempo che un altro anno è saltato, troppe cose da fare anche dopo la reinstallazione, decisamente siamo fuori tempo massimo. Inoltre la barca è in un rimessaggio, non in cantiere, e gli artigiani necessari devo andare a cercarmeli uno per uno, con tutto ciò che questo comporta.
E’ l’ora delle decisioni irrevocabili, Buonasperanza, già Byzance, riposerà un altro anno a terra. Ed altri lavori verranno avviati.
E quindi sostituzione del sartiame anche se il vecchio sembra in buone condizioni e costruzione di un bimini sempre sognato, ma che non ero mai riuscito a concepire, avendo sempre pensato al classico modello a soffietto richiudibile che mal si adatterebbe alle misure ed agli ingombri (scotta di randa e paterazzo) dell’ Alpa 11,50. Però avevo avuto occasione di essere scarrozzato su gommoni da 40 knt con bimini fissi, e di vedere molte barche a vela con grandi bimini richiudibili che, a giudicare dalle legature visibili, non venivano chiusi da anni, e di vedere anche, in inverno, moltissime barche con bimini aperti ed integri, mi sono deciso e ne ho realizzato uno fisso.
Che mi ha cambiato la vita, almeno quella trascorsa in barca, ci avessi pensato prima!
Ancora un intervento sul frigorifero: oltre allo smontaggio del compressore con manutenzione straordinaria, un completo isolamento della vasca che avevo scoperto esserne del tutto priva, con realizzazione di un nuovo coperchio ben isolato che ha anche consentito di aumentare leggermente il volume utile e spostamento della piastra al centro del vano, in modo da non disperdere il freddo attraverso la parete come accadeva prima. Il risultato di questo intervento è stato eccezionale, inaspettato.
Naturalmente, avendo disalberato, boma ed albero sono stati oggetto di particolari attenzioni con estesi ritocchi a vernice (previo primer) sulla verniciatura eseguita più di vent’ anni prima (previa sabbiatura), e le sfere del tamburo del rolla fiocco del genoa sono state sostituite ed i cuscinetti rettificati al tornio.
Sottocoperta, tutti i legni, e sono tanti, sono stati trattati con olio rosso, che li ha fatti ritornare nuovi. Alcuni particolari (tientibene, cornici del tambucio, scaletta, cofano motore, tavolo in quadrato e da carteggio) sono stati riverniciati con trasparente poliuretanica.
Anche il pagliolo, rivestito nel 2000 con listelli di teak, è stato riverniciato, un po’ frettolosamente ma comunque in maniera accettabile.
Buonasperanza è una delle non moltissime Alpa 11,50 i cui interni nascevano esclusivamente in mogano massello oppure compensato marino di mogano: con la necessaria attenzione, dopo 46 anni di uso la barca si presenta in splendide condizioni.
Uno degli interventi più faticosi è stato la bonifica delle sentine e del vano motore, dove si erano accumulati sporcizia, grassi, morchia, vecchi tubi e cavi elettrici non più in uso. Ma anche questo è alle spalle.
Per non tacere della sostituzione del boiler ormai ridotto a colabrodo, e del riposizionamento del polmone dell’autoclave che in orizzontale, come era, non aveva alcuna funzione.
Ah, dimenticavo! Il serbatoio del gasolio, 40 kg di ferro con tracce abbondanti di ruggine. Sbarcato, da solo, portato in garage, ripulito dentro e fuori, pitturato, e rimontato al suo posto. Ma si doveva fare.
E quindi, le luci: solo led, tutto led, e risparmiamo un po’ di ampere.
In coperta, poi, oltre alla citata manutenzione straordinaria del rolla fiocco del genoa, ed alla sostituzione del sartiame, sostituzione di molte drizze, scotte e borose, rifacimento di tutte le calze dei parabordi (chiare, che non lascino segni sulle murate) e, fondamentale, la revisione del salpa-ancora con sostituzione dei cavi e del gruppo ingranaggi (la Mantus da 20 kg pesa, e la barca pure). E sostituzione anche del trasparente della cappottina, ingiallito dagli UV.
Naturalmente, a questo punto, anche il motore era pronto.
Canne, pistoni, bielle, spinotti ed altro cambiati in precedenza, compressione ottima, ed in questa occasione nuovo raiser in acciaio inox, nuovo avviamento, scambiatore riparato e fasci controllati e ripuliti.
E poi tante altre cosette, ad alcune delle quali pensavo da anni senza mai avere né il tempo né la testa per farle.
Tante altre le avevo fatte negli anni precedenti, come plancetta e scaletta a poppa, o sostituzione dei tientibene sulla tuga, o la sella per la zattera davanti all’ albero, o ancora gli appoggi intorno all’ albero per lavorarci in sicurezza all’ occorrenza.
E tanto, tanto ancora di cui ho anche perso memoria, insomma La barca era in perfetto ordine, pronta a nuove avventure.
Ma un tarlo, da qualche parte, rodeva, e nell’ imminenza di una partenza pure affrettata non mi sentivo a mio agio”.
E poi il messaggio di ritorno dalla Grecia
“Caro Mario, mio Comandante del grande mare Egeo, ho concluso queste prime due settimane greche senza risolvere il problema, con grandissimi patemi d’animo ma senza mai rimanere a secco di elettricità. Per sopravvivere tenevo sempre staccata la batteria di avviamento e quasi sempre i servizi.
Tornato in Italia ho fortunosamente trovato ormeggio a Tricase, LNI, e avendo due o tre settimane di respiro sono riuscito ad assicurarmi l’assistenza di Piero, validissimo elettricista locale che già conoscevo.
Ha compreso velocemente il problema che consisteva in questo: il regolatore dell’alternatore era da sempre bypassato, sostituito da un regolatore esterno cui seguiva il ripartitore. Ma i collegamenti eseguiti dopo il rimontaggio del motore erano errati, per cui anche il regolatore esterno era bypassato. Ciò aveva danneggiato il ripartitore che non funzionava più e dava corrente solo alla batteria motore, 16 e più Volt che la mandavano in ebollizione.
Risistemato il regolatore, il ripartitore continuava a non andare, abbiamo quindi deciso di mettere tutto nuovo, alternatore, ripartitore e batteria.
Qualche giorno di attesa per l’arrivo dei pacchi e finalmente Buonasperanza, grazie a Piero ed al suo socio, è rinata a nuova vita con mia massima soddisfazione ma molto minore compiacimento del mio c/c, duramente provato dell’operazione. Particolarmente costoso è risultato l’alternatore, ma Piero, di cui mi fido, mi ha assicurato che erano soldi ben spesi.
Con l’occasione, e con il determinante aiuto di Francesco, l’attrezzatore, sono intervenuto anche sul mulinello del rollafiocco sostituendo le sfere. Di ritorno dalla Grecia, infatti, avevo avuto un problema di bloccaggio con conseguente necessità di togliere le scotte sotto un colpo di vento e imbrogliare, è proprio il caso di dire così a mano.
Sui cuscinetti del tamburo Francesco era già intervenuto in occasione del cambio del sartiame, due mesi fa, adesso ha completato l’opera.
E finalmente Buonasperanza è in forma smagliante, incrociando tutte le dita delle mani e dei piedi.
E ancora grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato con i loro consigli.
A giorni ci sarà la prova del fuoco, con la partenza verso le Diapontine e poi più giù.
Ma andrà tutto bene, grazie anche al nuovo bimini ed al “nuovo” frigo che, ampiamente rivisitato, mi dà risultati che mai mi sarei sognato.
I miracoli dell’isolamento termico! “
E quindi, finalmente, il messaggio finale. Evviva, la Vecchia Signora è di nuovo in grado di scorrere i mari portando il suo equipaggio sempre verso nuove mete.
“Ciao Mario, ti scrivo da Sivota bay dove sono arrivato da solo dopo che moglie, figlio e nuora sono sbarcati a Preveza dopo una settimana di grande soddisfazione per tutti (caldo afoso a parte).
La barca si è comportata splendidamente, i problemi tutti risolti, sono anche riuscito a fare un po’ di vela provando rolla fiocco e rolla trinca, insomma tutto bene. Adesso sono diretto a Zante dove, venerdì prossimo, arriverà mia moglie per fare insieme tre o quattro settimane fra Jonio ed Egeo (mah, chissà, forse).
Ti abbraccio, tu tieni duro, Sound of Silence ha bisogno del suo Comandante!
Adolfo”