La Giraglia
La Giraglia
di Stefano Chini
Quel pomeriggio di giugno in ufficio tirava una strana aria, ma non era per l’afa soffocante, perchè quella ci assillava già da qualche giorno. Se solo un anno prima qualcuno ci avesse predetto che avremmo partecipato ad una delle più importanti regate del Mediterraneo, non ci avremmo creduto. Eppure quell’aria e quell’euforia da ultimo giorno di scuola erano proprio dovute all’imminente partenza per la mitica Regata della Giraglia. Il mattino seguente il nostro drizzista Giulio Casaglia ed io siamo finalmente a Sanremo. A Portosole ci attende Hakuna Matata, il JOD 35 che ci accompagnerà nell’impresa, insieme al nostro comandante Federico Almerighi di Veladoc, che ha appena ultimato con la consueta passione e precisione la preparazione della barca. Ora tocca a noi dare una mano: qualche colpo di nastro adesivo nei punti critici per proteggere le preziosissime vele da regata e via i pesi superflui da sottocoperta. Il tutto eseguito ascoltando musica ed esponendo ai raggi di sole estivi il nostro colorito da impiegati, in modo da iniziare fin da subito a perdere gradualmente l’aspetto cittadino ed assumere la parvenza di esperti velisti.
Eccoci quindi pronti per il trasferimento a Saint Tropez, dove arriviamo il giorno successivo, dopo una cena e un pernottamento a Nizza, e dove ci raggiungono anche gli altri membri dell’allegro equipaggio: Gianni Berto il randista, Gabriele Cartocci e Davide Bulgarelli (detto il “Bulgaro”) i tailer, Davide Dagri prodiere insieme al sottoscritto e Roberto Ferrero il nostro tattico nonchè vice-comandante. Finalmente riuniti possiamo terminare la preparazione di Hakuna e fare qualche allenamento godendoci la splendida cornice offerta dal golfo di Saint Tropez popolato da una flotta di barche tra le più belle mai viste, di quelle che solitamente ammiri attraverso le foto delle riviste di settore, e con a bordo i velisti più forti e famosi del Mediterraneo.
Siamo pronti per i tre giorni di regate costiere. Al mattino sveglia alle 8, colazione al porto e poi subito operativi: spesa per la sera, verdura, frutta e pesce (il mercatino del pesce di Saint Tropez offre ottimi spunti) e poi subito in barca a concentrarsi per la regata del giorno. Sulla affollata linea di partenza l’adrenalina sale e si mescola con l’ammirazione per la bellezza della flotta in gara. E poi via a darsi battaglia, con la consapevolezza dei propri limiti di fronte al livello della manifestazione, ma con tanta voglia di dare sempre e comunque il massimo.
Terminata la regata si rientra in porto, dove si scambiano impressioni, battute e dove si consuma uno spuntino per stemperare la tensione accumulata in gara. E poi via, in residence, dove un bagno in piscina nel pomeriggio ormai al termine ci ricorda che in fondo siamo anche un po’ in vacanza. Uno splendido terrazzo con vista sul golfo riunisce tutto l’equipaggio nei preparativi per la cena, uno dei momenti più belli e divertenti della giornata. Il nostro comandante Federico si rivela subito abile con la padella in mano tanto quanto con la barra del timone e i pesci da lui cucinati finiscono rapidamente tra i ricordi più belli di quest’avventura.
La sera precedente la regata “lunga” l’atmosfera in residence è particolare. La riunione intorno alla carta nautica e la consultazione dei bollettini meteo che prevedono poco vento iniziano a farci capire cosa ci attenderà nei giorni successivi.
Il momento tanto atteso è arrivato, è giovedì e si parte per la “lunga”, qualche ora di navigazione di bolina fino a Ile du Levant, dove avvistiamo una balena che ci emoziona come bambini e poi via sotto spi in direzione Corsica, dove giungiamo allo scoglio della Giraglia dopo un giorno e due notti di navigazione al lasco, alternandoci alla scotta dello spi.
La navigazione notturna è un’emozione che non dimentichi. Ci dividiamo in due turni da quattro persone e ci alterniamo ogni due ore. Il silenzio della notte è interrotto solo dal sottofondo del VHF che contribuisce con fruscio e voci a dare un sapore particolare di avventura mai provato prima.
E’ quasi l’alba di sabato e lo scoglio della Giraglia si avvicina. Comunichiamo il nostro imminente passaggio alla Nave Titano della Marina Militare che ha il compito di accertarsi che tutta la flotta passi in sicurezza il traguardo intermedio. Un’altra forte emozione ci pervade e, per un attimo, ci fa dimenticare la fatica accumulata dopo 40 ore di navigazione continua. Sembra che la natura abbia voluto centellinare le dosi di vento per farci giungere in questo punto nel momento più suggestivo. Col diminuire della distanza da quella che prima era solo l’oscura sagoma di un isolotto, diminuisce progressivamente il buio per far spazio alle prime luci dell’alba, come un sipario naturale che lentamente si solleva per mostrarci la Giraglia in tutta la sua bellezza. Tutto l’equipaggio è in pozzetto con i volti che non celano la stanchezza, ma con gli occhi che brillano di ammirazione.
Doppiata la Giraglia mettiamo la prua su Genova dove giungiamo dopo altre 19 ore di bolina.
L’ultimo sforzo, è mezzanotte, iniziano le immaginarie visioni di piatti di pasta e di dormite clamorose, le luci che illuminano la boa di arrivo si avvicinano, ma ci manca ancora un’emozione da provare: la calma piatta! Non sembra possibile, 59 ore di navigazione continua per fermarsi a poche decine di lunghezze dall’arrivo. Ogni tentativo di inventarsi il vento è vano, ci assale la preoccupazione che tale sofferenza psicologica possa protrarsi anche per parecchie ore, ma finalmente, dopo “solo” un’ora, qualcosa inizia a muoversi e una leggera brezzolina ci permette di tagliare lentamente il sospiratissimo traguardo.
E’ fatta! Andiamo all’ormeggio. Nonostante sia ormai l’una di notte, il servizio di buffet allestito dal Comitato organizzatore distribuisce ancora piatti di pasta caldi. I primi sono già arrivati da un pezzo, ma non è certo il risultato agonistico ad influenzare la nostra soddisfazione per aver comunque concluso la regata nonostante il poco vento e le condizioni molto difficili. In fondo i momenti vissuti e le emozioni provate in questa nostra prima esperienza in una vera regata d’altura hanno un valore che va al di là di ogni premio.