Dicembre – Grande Laguna
Per molti marinai che navigano attorno al globo, un sistema radio ad onde corte è ancora un must a bordo, poiché un sistema radio come il sistema marino SSB può trasmettere su distanze molto lunghe. Soprattutto nei passaggi in mare che richiedono una navigazione impegnativa, il desiderio di confronto e scambio con altri marinai è piuttosto comprensibile. Oltre alla comunicazione radiotelefonica, è possibile inviare e-mail e ricevere informazioni meteo tramite un modem Pactor.
Quando ho intervistato Eugenio Favero mi ha confidato che agli amici di RTM sarebbe stato interessante far conoscere un personaggio, un radioamatore, una figura che per i naviganti è sempre stato importante: un riferimento ed un supporto che assicurava a tutti quelli in giro per il mondo di ricevere e scambiare notizie quando ancora non c’era internet né il telefono satellitare. C’era stato Pierluigi Zini, che ho ricordato su RTM il 10 febbraio 2022 in occasione del decennale della sua scomparsa, poi Grande Laguna, un radioamatore guarda caso proprio di Venezia, ed essendo buon amico di Eugenio si era preso l’impegno di presentarmelo. Così un venerdì mi chiama al telefono e i chiede se sarei stato libero sabato per raggiungerlo a Noale, perchè ci sarebbe stato Daniele, alias Grande Laguna, che aveva invitato proprio per farmelo conoscere.
E così oggi vi presento Daniele.
Chi è grande laguna?
Dovrei iniziare un po’ prima, questo nominativo mi è stato dato una volta, dopo che avevo già incontrato, di persona e per radio, parecchi naviganti. Prima di tutto sono un radioamatore, e mi occupavo di cose di Radioamatori. Intorno al 1980 viene a trovarmi a casa mia una signora, mandata da un amico radioamatore, la quale mi dice che aveva il marito che faceva una regata, per chiedermi se potevo farle da tramite, con un ponte radio, pare avere sue notizie. Lo faccio!
Ma chi era questa persona? Roberto Vianello, con la barca sponsorizzata da Ilga Gomma, che è stato uno degli italiani che ha fatto la Withbread Round the World Race, oggi Volvo Ocean Race
<<…11,1,2017 – VENEZIA- Da Portsmouth la grande avventura
È stato un grande sportivo, ma soprattutto un personaggio di grande spessore in tutti i campi in cui ha gareggiato. Velista, membro dell’Associazione Cape Horn, giramondo (come lui stesso usava definirsi) e ristoratore. Nato nel 1942 e cresciuto alla Giudecca, a Venezia, Roberto Vianello ha trascorso la maggior parte della sua vita in giro per il mondo. Vianello amava molto il mare e la vela. La sua passione per le barche lo portò nel 1981 ad affrontare e a portare a termine, come primo veneziano, la “Withbread Round the World Race”, la famosissima regata attorno al mondo con partenza e arrivo a Portsmouth. Un’esperienza splendida che per lui rappresentò il coronamento di un sogno.
Un’ impresa italiana alla Whitbread 1981-82 del cutter ILGAGOMMA…>>
Vianello aveva avuto il nominativo IPA PANAMA di straforo per la stazione radio di bordo, (all’epoca si usava acquistarli sul mercato… libero…), ed abbiamo cominciato. Sua moglie veniva a casa mia, la sera, ascoltava in stazione radio o mi poneva delle domande che poi io ripetevo a questo signor Roberto Vianelllo, e la facevo parlare con il marito. Nell’Oceano a metà strada fra Città del Capo e Capo Horn, la barca ha scuffiata e non ho più avuto contatto, e tutti erano preoccupatissimi, finché una nave militare argentina è riuscita a localizzarla, ma questo incidente gli è costato il congelamento delle dita dei piedi: a bordo erano senza riscaldamento, l’acqua era entrata a bordo e non erano certo ai caraibi….
Poi comunque hanno ripreso la regata e l’hanno anche finita… e devo dire che con questa esperienza mi ero appassionato a quel mondo.
Passa il tempo, ed un giorno, siamo fra il ’95 ed il 2000, girando la manopola della mia radio sento delle voci, capto Zini che parlava con le barche, ma non ho voluto disturbarlo ed entrare in radio…. Poi un giorno Zini ha detto che aveva dei problemi, era stato in ospedale, si era ammalato, ed io mi sono inserito delicatamente e prudentemente in radio: mi sono presentato soprattutto alla comunità dei nostri italiani alle San Blass, che erano numerosissimi, almeno 15 barche, e così pian piano ho iniziato le mie Chiacchere con i naviganti, che poi si muovevano verso Panama o verso il ritorno in Europa.
E il nome grande laguna da dove viene?
In linea mi chiedevano chi era questo signore che parlava con i navigatori, ma non potevo dare nome e cognome perchè il mio utilizzo della “rete” era proibito; un giorno un camionista che ogni anno andava alle San Blass con la sua barca, mi ha chiesto di dov’ero… e gli ho detto che ero di Venezia, e allora in rete ha detto…<<ti chiameremo GRANDE LAGUNA…>> e da quel momento mi son tenuto questo nome.
Quindi non sei un velista, un navigatore
Ho tenuto una barca per 30 anni, sono un velista, prima un delta 28, poi un Compass che ho venduto 6 anni fa… navigavo in Adriatico.
E la tua occupazione principale? Quando hai iniziato a sostenere i navigatori? Quanto tempo dedicavi al giorno?
Quando lavoravo ero dipendente di una società di spedizioni e controlli merceologici, ma non portavo via tempo al lavoro: ci sentivamo su appuntamento, se mai era un discorso di propagazione per cui poteva andare meglio la mattina o il pomeriggio o la sera, anche in dipendenza della stagione, estate o inverno.
Ma la passione per la radiotelegrafia da cove viene?
Da quando ero radioamatore, fin da bambino giocavo con le radioline, con radio galena, e la mia sigla è tutt’ora I3FUE
E quando hai iniziato a lavorare con i navigatori è diventata una missione o un piacere?
Piacere di sentirli, e forse loro di sentire me. Ho sempre sentito i navigatori, anche se qualche volta mi ha chiamato un marconista delle navi commerciali, quando ancora c’erano i radiotelegrafisti a bordo
<<….La radio a galena è un semplice tipo di ricevitore radio. Non ha bisogno di batterie o altra fonte di energia ad eccezione delle onde radio ricevute grazie a una lunga antenna esterna…..>>
E il tuo primo intervento?
Quello con ISAGOMMA, con Vianello.
Hai salvato naufraghi?
Uno di importante, nel 2007/8, ero in collegamento con la flotta dei naviganti italiani e spagnoli, e c’è stato un SOS in fonia, qualcuno chiamava che era andato contro degli scogli in un’isola di fronte al Venezuela, Isola di ORCHILA, e chiedeva se potevamo fare qualcosa per lui, perchè con la radio VHF non riusciva ad entrare in contatto con le coste del Venezuela, forse per la distanza, mentre con la radio di bordo io lo sentivo
Ho telefonato alla capitaneria di porto di Venezia, ma mi hanno detto che non potevano intervenire indicandomi di rivolgermi a Roma al 1530, e ho spiegato la situazione prima ad un maresciallo, poi ad un colonnello, poi finalmente parlo con un addetto, al quale ho spiegato per la terza voltala situazione. Mi hanno richiamato al telefono per vedere se non fosse stato uno scherzo, e in effetti dopo un’ora sono entrato in contatto con la barca in Venezuela ….…si, perchè dall’Italia hanno avvertito la capitaneria in Venezuela, e sentivo le loro voci in rete sulla frequenza del naufrago che io avevo indicato. E sono finito sia sulla televisione che sui giornali… nazionali e del Venezuela……
Poi nel tempo ho cambiato parecchie radio, e ho un’antenna direttiva, perchè comunico in onde corte.
Ci diamo appuntamenti in radio su una certa frequenza, che è uguale per tutti i radioamatori, non quelli professionali o commerciali, e ci sentiamo, parliamo, ci scambiamo notizie.
<<……La Orchila è un’isola del Venezuela, parte delle Dipendenze Federali posta nel Mare dei Caraibi ad est dell’arcipelago di Los Roques. L’isola non ha abitanti ma ospita una grande base militare ed è sede della Base Aeronavale C/N Antonio Díaz.
Il nome deriva da una famiglia di licheni che prospera su questa isola e che anticamente si usava per ottenere sostanze coloranti.
Quest’isola fu inserita nella dominazione spagnola nel 1589, entrerà a far parte della Provincia del Venezuela solo verso la fine del XVI secolo. L’isola non è sempre stata disabitata, nel 1950 infatti vi si contavano 121 abitanti, ma a seguito delle installazioni militari, l’isola è stata progressivamente interdetta ai civili. Sull’isola si pratica soprattutto la pesca, lo snorkeling e le immersioni…>>
Che sensazioni provi quando aiuti qualcuno?
Sono contento, sento di aver fatto qualcosa di buono, non ceto esplosioni di gioia, mi sento utile per il prossimo, anche se conosco un decimo di quelli che ho collegato
Quando ti colleghi con i navigatori in oceano, cosa ti chiedono principalmente?
Tutti vorrebbero le condizioni meteo, sono le informazioni principali per loro, anche se quando c’erano i mondiali di calcio mi chiedevano i risultati…ma principalmente erano le condizioni meteo. Poi in rete si sono inseriti altri radioamatori, che si sono specializzati, chi sul meteo, chi sulle notizie, chi sulle comunicazioni per casa. Il navigatore ci dava il numero di telefono della mamma, della moglie, della zia, di casa, ed io facevo quel numero e riferivo quello che mi dicevano, facendo da sponda, anche perchè non avevano il Pactor ne chiaramente internet nè il satellitare, e si affidavano a me ad agli amici per trasmettere a casa le condizioni.
L’intervento più difficile che hai fatto?
Forse il naufragio, ma per il resto è il piacere di sentirci, di scherzare, di aiutare per dare messaggi a casa, mentre io raccontavo le notizie dell’Itala, facendo sempre attenzione a non essere di parte perchè sarebbe stato un errore… religione politica rimangono fuori. Capitava piuttosto che a volte qualche barca rimaneva in silenzio per qualche giorno, magari perchè mancava la diffusione a 8000 Km di distanza; le barche dei naviganti, se erano più o meno nella stesa zone dell’Oceano (durante un ritorno o andata quella è la rotta per i Caraibi…come una autostrada), tramite VHF potevano sentirsi, e allora mi comunicavano che era tutto OK. Ma magari la radio era in avaria, o un’ondata era entrata in dinette e aveva bagnato la strumentazione, o mancava la diffusione… e se qualcuno mancava all’appello io chiedevo di capire cosa era successo.
Quindi io facevo da collante fra tutte le barche che erano in navigazione, sapevo dov’erano, mi trasmettevamo le miglia che facevano ogni giorno e la posizione, latitudine e longitudine, ed io riportavo tutti i dati sul computer così rimaneva traccia. Tieni presente che il programma che avevo fatto mi dava anche le miglia percorse, così controllavo se mi dicevano la …verità…, e a volte capitava che le loro erano sbagliate.
Tutto questo avveniva in fonia, per cui dovevo prima scrivermi tutto a mano, e poi riportarmelo sul programma; poi quando è arrivato il Pactor con Winklink il messaggio mi arrivava direttamente pronto da stampare, e non avevo bisogno di riportare né su carta né sul programma.
…<<Il modem PACTOR installato a bordo dà la possibilità di spedire e ricevere e-mail, dal computer.
Il sistema composto da PACTOR e SSB funziona su principi semplici. La radio HF spedisce e riceve i dati, attraverso il modem PACTOR che connette il vostro computer al service provider.
il sistema PACTOR non offre una connessione a internet. È possibile solo spedire e ricevere e-mail, ma ovunque vi troviate. Il modem PACTOR viene usato per mandare e ricevere le e-mail, attraverso una radio HF SSB, ma si possono anche ricevere i file grib, cartine meteo dettagliate, weatherfax, navtex, bollettini, avvisi e informazioni preziose per la navigazione, tutto emesso dalle più note
stazioni meteorologiche, ovunque ci si trovi. Volendo ci si può anche far seguire da un servizio di routage…>>
Ricordo un episodio: a bordo di una barca c’era un ragazzo che aveva bisogno dell’insulina, e il papà aveva messo due frigoriferi per garantire sempre il mantenimento in salute del prodotto, e per una settimana era la prima notizia che tutti chiedevano: come sta il ragazzo? Tutto bene?
Ecco, questa era la soddisfazione di seguire come comunità la situazione e la salute di uno di noi sulle coste del Brasile.
Ma ho avuto anche soddisfazioni “geografiche” per collegamenti ai confini del mondo, un nome su tutti: Andrea Pestarini; quando è partito per andare in Cile e ci raccontava delle situazioni bruttissime che incontrava in Pacifico io riuscivo a parlare con lui…ecco riuscire a creare un collegamento in quelle condizioni meteo e seguire l’evoluzione della navigazione era soddisfazione, professionale e personale.
Anch’io ricordo un particolare a questo riguardo: ero imbarcato con Penati sul lycia, e collegandosi con Andrea ogni giorno sopra la Nuova Zelanda si sapeva che navigava sempre con mari in burrasca, tant’è che gli si attribuiva una sfortuna particolare…
Ti veniva riconosciuto l’aiuto che davi?
No, non parliamo di riconoscimento, ma di amicizia, e anche dopo anni rimane l’amicizia.
Capita però che mentre sto parlando con un navigante magari in Pacifico, qualcuno o invidioso o stupido o maleducato mette la portante, cioè schiaccia sul microfono il pulsante e se ha buona potenza oscura la comunicazione, e chiaramente non si sa chi possa essere, ma sono pochi casi.
Qual è la caratteristica che dovrebbe avere un radioamatore.
Due traguardi: utilizzare bene l’apparecchiatura e costruirsi bene le antenne per collegarsi. Il radioamatore è un personaggio particolare, forse un po’ geloso, è uno spirito libero che fa quello che ha voglia a e quando ha voglia. C’è l’ARI, l’associazione che raggruppa tutti i radioamatori, sono molto presenti sul territorio, ma non vedo l’eventualità nè l’interesse che si crei qualcosa per supportare i naviganti…oggi poi con i satellitari c’è sempre la possibilità di collegarsi con terra per cui anche la figura del radioamatore-amatore non c’è più.
Per dare un supporto meteo ai naviganti ci sono dei personaggi che provengono dall’aereonautica, che ho anche conosciuto, che si mettono a disposizione dei naviganti. Sono persone amanti della meteorologia, come i routiers…
Anche qui al lido di Venezia c’è un radioamatore che segue i naviganti…
E la caratteristica dei navigatori? Quanti hanno l’SSB, o il Pactor?
Il vero problema per i naviganti è un altro: sanno di navigazione, di rotte, ma per quanto riguarda l’installazione di radio e la componentistica a bordo, le antenne, i cavi, la messa a terra, che poi sarebbe la messa a acqua, sono una disgrazia, e poi non se ne intendono: pretendono di farsi sentire da 8/10.000 Km con un pezzo di filo magari buttato in coperta.
Credi che se tuti imparassero ad usare l’SSB la navigazione sarebbe più sicura?
Direi di sì, più tranquilla. È come avere il salvagente…non lo adoperi mai, ma se hai bisogno sai che c’è…
<<……L’abbreviazione SSB viene dall‘inglese e sta per Single Side Band (in italiano: Banda Laterale Singola). Una radio SSB modula un particolare tipo di onda durante la trasmissione: si parla dunque di radio ad onde corte. Le apparecchiature radio a onde corte sulle barche fanno parte del Global Maritime Distress and Safety System (GMDSS), istituito dalla SOLAS, la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare…..>>
L’avvento di internet ha cambiato qualcosa per la comunicazione?
Quando la barca è in rada o in vicinanza della costa sicuramente con internet la comunicazione è garantita, però l’SSB purtroppo non lo usa più nessuno perchè tutti fanno uso del telefono satellitare. Quelli poi che fanno il giro del mondo in regata hanno il supporto degli sponsor e a bordo hanno tutto…radar metereologico, telefoni satellitari non uno, ma due o tre, monitor per i PC. Addirittura se pensiamo alla barca Adriatica avevano a bordo la strumentazione per fare i collegamenti televisivi…….si collegavano dalla Nuova Zelanda….. non pensavano certo all’SSB.
E adesso ha nuovi progetti?
Come radioamatore ho raggiunto i miei obiettivi, e adesso sono in pensione: purtroppo la figura del radio amatore sta scomparendo… e pensare che negli anni 80 sono diventato due volte campione del mondo di trasmissione in RTI, Radio tele Italia, con telescrivente collegata alla radiok9, ed è stata una grande soddisfazione.