BUONA SPERANZA, SULLA SCIA DELLA FOCA MONACA
Ciao ragazzi, RTM è nato come un pozzetto virtuale, dove gli amici velisti e naviganti e comunque
amici del mare possono incontrarsi e raccontare dei loro viaggi e delle loro scoperte in mare.
Per questo quando l’amico Adolfo Mellone mi ha informato che suo figlio stava per pubblicare un
libro con un interessante aggiornamento su uno degli animali più affascinanti e misteriosi del
Mediterraneo ho pensato che anche agli amici di RTM la sua lettura po teva interessare, o quanto
meno sapere che c’arano delle novità su questo mammifero che vive anche nel basso Ionio: la foca
monaca.
Vi propongo pertanto degli estratti del messaggio che mi ha mandato Adolfo, e anche del libro, il
cui titolo è “Out of the Blue”, edito dalla Quercuslibris Edizioni, che potrete trovare qui www.thewildline.com
“erano già due o tre anni che Ugo sondava la possibilità di utilizzare Buona speranza come base erano già due o tre anni che Ugo sondava la possibilità di utilizzare Buona speranza come base logistica per una spedizione fotografica della sua squadra di colleghi e amici di vecchia data alla logistica per una spedizione fotografica della sua squadra di colleghi e amici di vecchia data alla ricerca di un animale particolarmente rappresentativo del Medricerca di un animale particolarmente rappresentativo del Mediterraneo, visto che un precedente iterraneo, visto che un precedente tentativo di organizzare una base a terra su di un isolotto che prometteva osservazioni interessanti tentativo di organizzare una base a terra su di un isolotto che prometteva osservazioni interessanti era stato frustrato dalla impervietà dei luoghi. Come Dio volle, riuscii a raggiungere, navigando da era stato frustrato dalla impervietà dei luoghi. Come Dio volle, riuscii a raggiungere, navigando da solo, e in pochi gsolo, e in pochi giorni, il luogo dell’appuntamento dove imbarcai i tre per poi proseguire insieme iorni, il luogo dell’appuntamento dove imbarcai i tre per poi proseguire insieme verso “l’isola che non c’è”. verso “l’isola che non c’è”.
Ci furono delle difficoltà anche perché le apparecchiature fotografiche avevano bisogno di energia Ci furono delle difficoltà anche perché le apparecchiature fotografiche avevano bisogno di energia elettrica e la barca era, da quel punto di vista, azzoppata, ma i miei tre eroi riuscirono a scovare elettrica e la barca era, da quel punto di vista, azzoppata, ma i miei tre eroi riuscirono a scovare quello che cercavano, e ad immortalarlo nelle loro foto quello che cercavano, e ad immortalarlo nelle loro foto e riprese video. Materiale entusiasmante che potevo vedere, in anteprima, la sera stessa delle giornate in cui era Materiale entusiasmante che potevo vedere, in anteprima, la sera stessa delle giornate in cui era stato realizzato. E in un paio di occasioni avevo anche il privilegio di osservare di persona gli stato realizzato. E in un paio di occasioni avevo anche il privilegio di osservare di persona gli animali in questione. Questo succedeva animali in questione. Questo succedeva allall’inizio dell’estate dello scorso anno. Poi c’è stato tutto ‘inizio dell’estate dello scorso anno. Poi c’è stato tutto l’inverno per completare e rifinire il lavoro, e finalmente ora è uscito il librol’inverno per completare e rifinire il lavoro, e finalmente ora è uscito il libro”.
Come recita la presentazione del libro, la foca monaca è un animale enorme e allo stesso tempo invisibile, che “sta faticosamente riguadagnando spazio sulle coste del mare più affollato del mondo. I suoi segreti, racchiusi nelle pieghe delle scogliere più selvagge, vengono rivelati da Marco Colombo, Bruno D’Amicis e Ugo Mellone, che hanno attraversato il Mediterraneo sulle tracce di questo leggendario predatore. Il risultato è un inedito ritratto in cui si fondono estetica e rigore scientifico”.
Una lettura ideale per un pomeriggio in pozzetto, magari con la speranza di potere osservare quella sagoma inconfondibile che increspa l’acqua emergendo per pochi secondi. Riporto un estratto dai testi che accompagnano le splendide fotografie di questo animale cosí raro.
“Quando si pensa ai pinnipedi, spesso si fanno strada nella mente immagini di litorali sterminati e colonie piene di animali ammassati al sole. È vero, accade in diverse parti del mondo, ma il Mediterraneo non ospita più purtroppo situazioni simili. In un caso eccezionale, in una zona remota e disabitata, di recente si è visto che la struttura sociale della foca monaca mostra una fitta trama di relazioni tra gli individui: la scoperta, effettuata dai ricercatori della MOm (Hellenic Society for the Study and Protection of the Monk Seal), ha permesso di identificare fino a 25 diverse foche insieme, di età differente, che utilizzavano anche spiagge aperte. Questo ha reso possibile l’istituzione di una fascia di protezione di circa tre miglia di larghezza dalla costa.
In generale, però, le foche monache si muovono in solitaria, riposando al massimo in piccoli gruppi (usualmente femmine e giovani) all’interno di specifiche grotte con zone asciutte sulle quali sostare, costituite da sabbia, ciottoli o rocce piatte.
Proprio nelle acque circostanti le grotte è più frequente documentare le interazioni sociali, come per esempio i giochi subacquei simili a danze, gli inseguimenti, gli scontri a bocca aperta analoghi a quelli degli orsi, gli spruzzi con le pinne pettorali sulla superficie come nei cetacei, e addirittura i salti. I più irruenti ed esuberanti sono i giovani già svezzati, mentre gli individui maturi, forse consapevoli dei benefici di una vita elusiva per via di brutte esperienze pregresse, sono spesso più defilati e meno appariscenti.
I maschi adulti, impressionanti siluri neri con la testa da mastino, pattugliano invisibili i loro ampi territori alla ricerca di compagne: la maturità sessuale sopraggiunge solo a sette anni (contro i due delle femmine), nonostante questi talvolta provino ad approcciare il sesso opposto da prima, anche se invano. Gli scontri per l’egemonia possono essere violenti, e comportano grandi cicatrici sulla gola e sulle pinne posteriori tra questi vissuti guerrieri marini.
L’accoppiamento, che avviene in acqua, è un evento raro da osservare: in un vortice liquido il maschio si strofina contro la femmina, la trattiene con gli arti anteriori e la graffia con le unghie creando una fitta trama di cicatrici bianche sul dorso. Queste, in fin dei conti, sono la “fortuna” dei ricercatori, che le usano per identificare gli individui, proprio grazie ad una “impronta digitale” cutanea unica e di indubbio fascino.”
Caratteristiche del libro
Copertina rigida, 166 pagine, 24.5 x 28 cm
Testo bilingue italiano/inglese
110 fotografie
1.2 kg
Prefazione di Luigi Boitani
Testi divulgativi, saggi scientifici e note di campodivulgativi, saggi scientifici e note di campo
Con il patrocinio della Monk Seal Alliance e del Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Quercuslibris Edizioni
Prezzo: 35 € + spese di invio
https://thewildline.com/it/out of the blue/