Andiamo in Egeo 12: da Kos ad Agistri
Giovedì 29 agosto kos
Lunedì 31 arrivo ad astipalia
Mercoledì 2 settembre arrivo amorgos
Venerdi 4 settembre sifnos
Sabato 5 settembre ydra
Domenica 6 settembre poros
Lunedì 7 settembre poros
Martedì 8 settembre- epidauro – agistri
Forse sono stato troppo drastico con il giudizio sul porto di Kos, perché domenica il traffico all’interno del porto è diminuito drasticamente, il vento de NE è cessato ed abbiamo dovuto cambiare banchina sposandoci da quella di Dx (peraltro gratuita) a quella di Sn, comunale, dotata di acqua e corrente, dove l’ormeggio era ripartissimo, peccato non averlo fatto subito, ma al nostro arrivo non c’era posto….
Franco ci ha lasciato la sera di domenica, dopo una cena con polipo alla galiziana ben annaffiato, e lunedì mattina di buon’ora abbiamo lasciato gli ormeggi diretti alla tanto attesa Astipalia, isola che da tutti è decantata per la sua bellezza e la sua kora, ma finora prima mai raggiunta.
Alla partenza, durante la prima ora, incontriamo ben 11 gommoni di profughi, due a motore e nove a remi, che dalla costa turca attraversavano il canale verso Kos. Un guardacoste greco ne ha raccolto uno, noi eravamo a non più di 100 metri, mentre un piccolo aereo della polizia sorvolava il canale per monitorare il traffico. Credo che sia stata l’ultima esperienza di questo tipo, almeno fino al confine con l’Italia, perché anche sulle nostre coste…..non si sa mai cosa si potrebbe incontrare…
Verso mezzogiorno si è levato il vento da NE, come previsto, che progressivamente è arrivato anche a 25 nodi, e dopo aver dato due mani di terzaroli nel tardo pomeriggio siamo arrivati ad Astipalia. Appena superato il ridosso il mare si è subito appiattito, pur permanendo un vento oltre i 20 nodi, e di bolina siamo arrivati fin sotto il molo dove abbiamo attraccato in banchina, con servizio di acqua e corrente a pochi €..
Effettivamente l’isola è bella e suggestiva, a forma di farfalla, il paese si presenta tutto bianco con i serramenti azzurri, con molte spiagge da frequentare e almeno 4 baie per rimanere alla fionda, con una caratteristica kora in cima alla collina sotto il castello/fortezza fatto costruire dal veneziano Quercini, che il comune ha fatto restaurare e che gratuitamente si può visitare con una guida locale; a dire il vero una pecca c’è…..troppi gatti e troppi turisti e anche qui troppi …italiani, per fortuna non in barca, perchè la distanza dalle coste continentali è troppo elevata per raggiungerla comodamente, tantomeno con un charter.
La kora, si raggiunge a piedi, salendo ripide scalinate, oppure con un bus che fa servizio da e per il porto. Nel porto l’acqua è limpidissima, ottimo fondale per l’ancora, e così senza fare molta strada ci si puo’ rinfrescare; i pescatori hanno pesce fresco, anche se con la luna piena c’era poca offerta, ed ho dovuto accontentare l’equipaggio con un “cagnoletto” che ho preparato in brodetto accompagnato da riso lesso.
Purtroppo però le notizie in arrivo dal fronte meteo non sono positive, e la buone condizioni che hanno caratterizzato tutta questa luna stanno per essere dimenticate, perché dal 10 settembre è in arrivo una perturbazione con forte meltemi che caratterizzerà come minimo tutta la fase della prossima lune crescente, e con tutto l’Egeo da attraversare passando per le Cicladi non c’è da scherzare.
Dopo una consultazione con l’equipaggio, a malincuore devo abbandonare l’idea di andare a Milos, altra isola importante che non conosco, e cambiare itinerario, con l’obiettivo di essere al riparo a nord del Peloponneso, ed arrivare in copertura dal meltemi, nel golfo di Saroniko entro mercoledì 9 settembre.
Nuove tappe:Amorgos, Sifnos, Poros e sosta lunga ad Agistri prima di passare Corinto, dopo il 20 settembre.
Peccato, avrei voluto rimanere ad Astipalia alcuni giorni in più, immergermi nel torpore settembrino di questa isola greca, ma il “dovere” per la sicurezza per un rientro con poche incognite mi richiamano al senso di responsabilità, e quindi mercoledì si riparte, con tratte da 60 miglia per arrivare già domenica a Poros.
Che dirvi della traversata attraverso le cicladi: noiosa , quasi tutta a motore e con poco vento; una sosta ad Amorgos, che ricordo con piacere, anche perché Paolo voleva vedere la kora ed il monastero, e poi via di nuovo, con ripetuti incontri con l’amico Silvano che pure sta rientrando ma a Messolongi.
Una piacevole notte con corpo morto ad Ydra, nella baia dell’hotel Miramare che ha chiuso i battenti da almeno due anni, Poros, rifugio sempre interessante e con un bel mercato del pesce, ed infine martedì l’arrivo in notturna ad Angistri,
Non era l’obiettivo di quel giorno, perché l’iniziale meta era Epidauro, dove effettivamente ci siamo recati, ormeggiando all’inglese sul molo; era prevista una sosta di due giorni per andare a visitare il sito archeologico con il suo famoso teatro, ma fin dal primo momento qualcosa non quadrava: il porto all’interno non aveva la profondità indicata dal portolano, un fiume che esce proprio dentro al porto crea fastidiosi sbalzi di temperatura, con correnti calde e fredde che rendono l’acqua difficile da “gustare”, il paesino non offre nulla, solo alcuni ristorantini sulla spiaggia, e per muoversi bisogna chiamare un taxi. Verso sera l’aria diventa pesante, ad ovest si accumulano nuvole scure, due persone del posto ci consigliano di cambiare ormeggio perché sta per arrivare un temporale, un pescatore si azzarda a pronosticare un beaufort 5: avevo ormeggiato assicurando la barca con due spring, oltre alle solite cime, ma non certo per gestire una situazione impegnativa: in men che non si dica si sono alzati vento e mare, in 10 minuti l’onda era di un metro, e se non mollo gli ormeggi in tutta fretta rischio di fare danni. E così alle 18.30 mi rimetto in mare, con un temporale sopra la testa che ha portato 25 nodi, e di bolina stretta mi sono diretto ad Angistri, dove per fortuna, e pure al buio, ho trovato riparo nell’ultimo posto libero.
Che dirvi di questo prematuro “abbandono” dell’egeo: a settembre, quando si mette il meltemi, è difficile pronosticare la situazione del mare, e se quest’anno non abbiamo praticamente avuto problemi, a settembre al cambio di luna il tempo si è guastato ed ho preferito portarmi al sicuro.
Adesso rimango una settimana a farmi le “ferie”, leggere, nuotare, camminare, gita ad Atene anche per aggiornare le Sim Vodafone, ed aspetterò l’amico Franco a Kiato, dove Antonio, professore di meccanica al Nautico di Corinto, che conosco da anni , mi farà una visita al motore, che ormai dalla partenza dall’Italia mi da qualche problema.
Venerdi 11 settembre
Agistri
È notte, quasi mezza-notte, fuori ci sono 35 nodi da NNW, e per fortuna ho rinforzato gli ormeggi di poppa, e vi assicuro che soffia, Cristo se soffia…. Questa volta le previsioni di weather-track hanno sbagliato di grosso, davano al max 20 nodi, anche se Francesco che è ormeggiato vicino a me aveva “interpellato” il sito <meteo.gr> ed aveva visto giusto. E così ci becchiamo una notte di concerto, con le drizze della barche vicine che scodinzolano battendo sugli alberi e qualche spruzzo nebulizzato che oltrepassa il molo e si abbatte sulla poppa delle nostre barche…
Quando finalmente il mal tempo calerà, ritroverò il sale fino alla seconda crocetta, le sartie imbiancate e lo strallo di poppa che porta anche l’antenna SSB tutto bianco; i pannelli saranno praticamente una crosticina di sale, come il bimini rimasto aperto……il saound of silence è proprio una salina….
Abbiamo cenato fuori con Francesco, perché oggi sono stato ad Atene (vi racconto poi) e non avevo voglia di mettermi ai fornelli, e con pochi € (15 a testa) abbiamo deliziato il palato: sarde ai ferri senza lische, gamberetti freschi fritti, calamari, patatine, pomodori, vino ed uzo……da non dimenticare…,ed in attesa che il vento calasse ci siamo raccontati un po’ di storie.
Francesco, 36 anni, skipper milanese di una barca di 35’ che tiene d’inverno ad Aegina, ed approfittando della legge che consente di fare noleggio senza avere titoli professionali, da tre anni vive di questa attività, e imbarcando 3 persone alla settimana sbarca il lunario per i mesi estivi.
Naviga in Egeo, nelle Cicladi, a bordo fa tutto da solo, e la sua esperienza è degna di rispetto, perché ha saputo investire in una attività che pochi oggi intraprendono, a dispetto della discreta domanda che c’è in mediterraneo. Ci ha raccontato di come ha iniziato per hobby risanando e rivendendo una barca a motore, e poi acquistando un 35’ a vela con la liquidazione del licenziamento, navigando prima in Croazia e poi in Grecia, dove ha intenzione di continuare, magari con una barca più grande.
Pensavo a Dhavid, il mio marinaio, un futuro skipper, spero, che pure lui avrebbe deciso quest’anno di intraprendere la via del….mare, e come solo una passione vera possa spingere una persona a questa vita: la differenza fra una volta ed adesso è che il mercato si è evoluto, internet consente di scegliere le offerte con dovizia di referenze, e ne consegue che solo chi ha accumulato miglia con referenze positive può pensare ad un futuro appagante. …e comunque perché questo sia possibile bisogna saperne di navigazione, di elettronica, di motori, di ….mare…ed avere una manualità che consenta di sbrogliarsela in ogni occasione.
Agistri: forse ve l’ho già raccontato, ma assieme a Kiato e a Lavrio è una meta che rimane fissa nel mio avvicinamento all’Egeo. Credo se ne sia innamorato anche Sandro, detto Bubi, perché ha detto che ci ritornerà dopo il matrimonio di sua figlia a riposarsi con Paola. È un’isola poco frequentata dai turisti, che invece si fermano ad Aegina che è sulla rotta, e per questo tranquilla, (anche se non ha la Kora come le isole dell’Egeo), molto ben servita con il Pireo, un aliscafo ogni 2 ore, oltre al ferry credo giornaliero, ad un costo di 26€ A/R. si trova sempre posto con la barca, ed è un rifugio sicuro da ogni vento.
L’altra sera siamo arrivati qui in notturna: il porticciolo è piccolo, ed oltre alla banchina c’è un moletto che delimita l’entrata che ospita due barche per lato all’inglese; orbene, c’era una barca in testa al molo, di poppa, con l’ancora a 50 metri e la catena ben tesa in fuori, senza alcuna luce che la segnalasse, nemmeno la luce di fonda….non c’era luce in porto ne luna, buio pesto, e solo la buona vista ci ha permesso all’ultimo momento di non prendere la catena nell’elica. Macchine avanti tutta e barra a SN….. Mi sono ricordato della provocazione che ho fatto sul sito di Ve-Lista, a proposito della necessità di avere la lue di fonda quando si è ormeggiati dando fondo all’ancora, e questo è un esempio di come possibili inconvenienti potrebbero essere evitati senza ricorrere alla…buona vista…
Il giorno dopo sono andato dall’armatore di quella barca, un bulgaro, spiegandogli che sarebbe stato opportuno che segnalasse l’ancora a mare con una luce di fonda…..non ha voluto nemmeno ascoltarmi, e poiché con questi naviganti è impossibile confrontarsi , ho lasciato perdere. Ma se io avessi preso la sua catena dentro la mia elica perché non era visibile ne esisteva segnale al riguardo, come sarebbe finita? In caso di danni l’assicurazione avrebbe pagato?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Atene, mancavo da parecchi anni, perché quando si arriva a Lavrio non c’è mai il tempo di passare una giornata nella capitale: ben che vada si va a C° Sunion a vedere il tramonto.
Ormai da ormai una settimana avevo esaurito il credito SIM della Vodafone, e dopo Kos non era stato più possibile trovare un negozio che fornisse il servizio di ricarica, per cui dopo un tentativo fallito ad Aegina ho dovuto accettare l’idea di andare allo shop Vodafone di Atene, e con l’occasione magari rivedere i gioielli archeologici della città. Ho preso l’aliscafo delle 6.50 (alle 6 adesso è ancora buio pesto) e alle 8 ero già in pista: metropolitana, sbarco in piazza Monastirak, ed alle 9 sono il primo cliente di Vodafone. Purtroppo quest’anno Vodafone Grecia lascia molto a desiderare, ed il sistema informatico non consente di operare, e solo alle 10.30 riesco a ricaricare le 2 Sim, ma con un risultato non certo buono, tant’è che rientrato la sera in barca non sono più riuscito a trasmettere un’email. Vedrò a Lavrio se c’è ancora un ufficio Vodafone per questo nuovo problema…e come se non bastasse mi ritrovo su Ipad con con la rete VF GR E, anziché la 3/4G…
Lasciamo perdere, che è meglio….chissà da dove e quando riuscirò a trasmettere queste news..
Dunque…. Atene, dove mancavo da molti anni, e devo dire che nonostante le vicissitudini politiche europee che danno la capitale sempre nell’occhio del ciclone, la situazione era normalissima. C’erano parecchi turisti (per fortuna al Pireo non erano presenti navi da crociera, come invece era capitato il giorno prima a Paolo), e mi sono letteralmente gustato l’immancabile e imperdibile percorso dall’acropoli alla biblioteca di Adriano: con 6€ (tariffa anziani…eh si!!!, mi tocca!!) ho trascorso due ore piacevolissime, districandomi fra il profumo di storia greco-romana ed il tentativo di immedesimarmi in quel periodo storico, sforzandomi di non pensare al presente..
E così sono disceso fiancheggiando l’acropoli fino all’agorà, e mi sono lasciato perdere lungo le falde della collina che sovrasta Atene, in un dedalo di stradine che mi hanno ricordato una favela brasiliana, e giù fino alla piazza Monastirak.
Non potevo però perdermi un tuffo nei mercati, e facendomi guidare dal flusso…contrario…., lungo la strada dove puoi trovare ogni cosa di elettricità, di meccanica, di ricambi, di sicurezza, di casalinghi, di edilizia, di……di tutto…., sono arrivato all’obiettivo: banchi di carne, pesce, spezie, frutta e verdura, un’abbondanza come da tempo non vedevo, forse da Istambul, anche perché in una capitale sul mare è più facile trovare tanta scelta. Ed i prezzi…..non ve li accenno, sarebbe quasi uno scandalo pensando a cosa paghiamo noi……vi dico solo che avrei comperato di tutto…..bei barboni a 7€, alici a 1,99€, cernie a 12€, branzini pescati, grandi, a18€……..e la frutta? Non potevo comperare niente, avevo strada, metro ed aliscafo, ma sono stato tentato….ho comperato solo 5 grosse teste di aglio per 1€, e le arachidi per l’aperitivo serale a 8€/Kg….
Una peculiarità che mi piace ricordare, visto che siamo al ….mercato, è il sapore (quello della maturazione naturale) della frutta e della verdura che trovo sempre qui in Grecia: da anni ormai in Italia è difficile trovare il sapore che il nostro cervelletto ha memorizzato in tempi non sospetti, mentre qui è normale mangiare un pomodoro che sa di pomodoro, una pesca che sa di pesca, e tutte sanno di pesca, non solo quelle più care. Ma anche nelle isole dove sono stato è sempre stato così. E parlando con gli amici a bordo abbiamo potuto condividere che non è solo la latitudine più bassa a garantire il gusto, ma la raccolta al momento giusto e relativa offerta al mercato senza lunghe soste nei frigoriferi che non consentono di far mantenere il sapore a frutta e verdura.
E pensare che abito a Verona, patria delle pesche…..è una vergogna!