Aluaka
18 giugno
Uscito dall’aeroporto Tocumen mi accoglie una ventata di aria calda e umida, gli occhiali si appannano, il respiro si affatica, ma si adatta ed i vestiti iniziano a incollarsi alla pelle. Sono pochi metri fino all’autonoleggio, ma ti ricordano che sei in centro America e nella stagione umida e non secca.
Imbocco la rampa di uscita e sbaglio la strada, un errore che mi costerà 5Km extra nel barrio Norte, un quartierino dove il traffico sempre quello della viglia di Natale, mischiato a musica e baracchini ambulanti e fumanti. La strada è dissestata e le regole stradali sono nel pieno stile della grande città del sud di Italia. I clacson suonano da ogni direzione. Cosa manca? Un bel posto di blocco, dove i poliziotti forse impietositi dagli occhi arrossati, dalla patente e dei fogli del noleggio già in mano mi fanno cenno di proseguire. Avevo già schivato la dogana con una valigia di ricambi, vallo poi a spiegare a questi quando apri il baule nel mezzo del caos serale. Ah sono solo le 6.40 di sera, ma il buoi è esto, l’umido si deposita sul vetro, le luci sono disturbate dall’effetto “Macchina del fumo” e calma, bisogna entrare nel ritmo.
Trovo l’hotel fuori città, molto economico perché essendo in bassa stagione cercano di incentivare il turismo. Quando scendo dall’auto, l’aria non è più così opprimente e fatto il check in salgo in camera dove una volta aperta la porta devo combattere con il termostato impostato a 18°C, fuori sono 30. Spengo, mi lavo e quando esco dal bagno il vetro e lo specchio grondano umidità….Anche i mobili. Imposto a 25° gradi e dopo essermi tolto l’adrenalina dell’impatto, crollo per 4 ore. Venivo direttamente da Milano, via Parigi, ultima lezione all’università, festa a pane salame, ouzo e spritz, potevo andare direttamente all’aeroporto. Nonostante il volo duri 11h e 40min non sono riuscito a fare qualche sonnellino.
Alle 6 c’è luce, ma già gli animali mi avevano dao il buongiorno, in particolare le scimmie urlatrici della foresta pluviale e i numerosi uccellini. Due passi nei dintorni portano alla luce farfalle, rane e un bradipo chiuso in un’oasi di protezione. AL bradipo sono state tagliate le unghie da una mano e gliene hanno lasciate solo due sull’altra. Perché? Per usarli come estensioni degli artigli dei galli da combattimento Così però il bradipo non riesce a mangiare facilmente perché non può più salire sugli alberi. Che abominio. Le rane sono velenose se si toccano, hanno quella bavetta tossica, ne trovo una sottofoglia che dorme, marrone. Le farfalle sono più interessanti. Sono veloci, ma si trovano sulla frutta dove con la loro cannuccia succhiano tutte le sostanze. In media ho imparato che vivono 15gg se va bene, perché in genere dopo 3 gg sono mangiate dai predatori. Quando le ali iniziano a sfibrarsi significano che sono “vecchie” vicino alle due settimane. Al cantiere arrivo per le 9 e secondo voi trovo la scala chiesta? Figurarsi, l’allergia al lavoro a Panamà è presa seriamente. Dei Caraibi e del centro America penso che qui ci sia la dedizione all’ozio, alla pigrizia, alla svogliatezza, il tutto con prezzi vicino al Made in Usa o in Europe. Del resto i panamegni veri chi sono? Oggi molti qui vengono dalla Colombia, dalla Costa Rica, dal Guatemala perché si guadagna di più pur facendo poco, i veri nativi sono gli indigeni e tutti gli altri sono stati impiantati per fare il canale, quindi discendenti Jamaicani, Cinesi (gli unici che lavorano) e un mix delle isole caraibiche.
La zona è Fort Sherman, ex base USA fino al 1999, dove ci sono le ex batterie di difesa e le case degli ufficiali in disuso, mangiate ( ma non troppo) dalla giungla. Qui gli astronauti furono addestrati a sopravvivere dagli indios.
Oggi è una riserva naturale e basta fare qualche passo per incontrare il gatto solo, qualche scimmia capuccino o le urlatrici, sempre con i numerosi pappagalli, tucani, arpie e civette, falchi…o i granchi da terra notturni.
Il canale genera circa 10mil di dollari al giorno, ma al servizio della popolazione e alle strutture ne vanno gran pochi, anzi se si va a Colon la miseria trasuda come l’umidità. Colon è grigia, bruciata, sporca, ma ha due cose interessanti: un grande centro commerciale dove tutti vengono assoggettati al sistema moderno e la più grade zona libre che abbia mai visto, una città nella città. Per entrare bisogna fare i permessi, bla, bla, bla, oppure avere 20US$ da dare alla guardia e allora via, si entra nella calca. C’è di tutto, ma nulla allo stesso tempo. Se si cercano ricambi o pezzi per barche non vi è nulla e quello che c’è costa più che in Europa.
All’estremità di Fort Sherman c’è il Castello di San Lorenzo, assalito dal 1700 dai olandesi inglesi, pirati e corsari, in particolare Drake e Morgan. Questa location la baia di Portobello sono i posti più scenici della costa.
La giungla è folta, i formicai sono sopraelevanti per sopravvivere alla pioggia, tutto è umido, ma non fa caldo, si suda, ma il giusto, le zanzare ci sono e senza pantaloni lunghi si rischia di apparire come un malato di morbillo.