Barcolana n°53 e…
Barcolana n°53
e anche la barcolana 2021 è andata…..con la bora a 45 nodi che ne ha caratterizzato la regata
Non avevo mai pensato di farla, tantomeno adesso che avevo la barca ferma per il cambio….di serbatoio…., e così la scelta obbligata è stata di recarsi sulla Napoleonica, la salita sopra Barcola, per vedere la regata dall’alto. Vi ero già stato anni addietro, e ricordavo che la vista era stupenda, per cui senza esitazioni ho coinvolto Carlo e Franco per trascorrere la mattina assieme. Abbiamo dato appuntamento anche a Sergio d’oltralpe e armati di macchine fotografiche e telescopi ci siamo avviati verso la destinazione, senza pensare all’amara sorpresa che avremmo trovato.
La bora soffiava ancora forte, ed aveva già reso vano il trasferimento di molte imbarcazioni a Trieste, e si supponeva che sarebbe stata una competizione molto veloce, ma non avevamo fatto i conti con i…danni collaterali creati del covid; a parte la folla che ignara della sorpresa si accalcava verso la napoleonica e avrebbe reso difficile trovare un varco per vedere il mare, la sorpresa è stato il bosco di conifere, un sottobosco quasi inaccessibile che aveva ricoperto la china della collina sopra Barcola, e che il comune non aveva provveduto a tenere in ordine se non a deforestare. Conclusione: abbiamo sentito il colpo di cannone della partenza, in un varco fra le foglie ho visto le prime “torpedini” , Arca, Way of life, Maxi Jena e Prosecco prendere il largo poi più niente, solo la folla che avendo preso atto del “buio oltre la siepe” già tornava indietro.
Con il senno di poi sarebbe stato meglio andare in piazza Unità d’Italia a Trieste e vedere la regata sui maxi schermo.
Parliamo un po’ di ancore.
Mi è arrivato un articolo con una tabella sulla tenuta di vari tipi di ancore, e mi sembra interessante parlarne. Ho avuto prima una CQR e poi una Delta, e l’ammiragliato sempre nel gavone per sicurezza, ma fino a qualche anno fa ho sempre avuto problemi in ancoraggio, o per la presenza di poseidonia, o per il terreno duro, perchè l’ancora si posizionava sempre sul fianco ed era difficile affondarla sul terreno. Poi mi sono stancato: nelle Sporadi avevo dato fondo con l’ammiragliato appennellata, una baia con un fondale duro e poseidonia, 50 metri di catena, l’ancoraggio teneva….…ma la notte con il meltemi la barca ha cominciato ad arare, e se non fosse stato per un corpo morto dimenticato sul fondale forse mi sarei trovato in difficoltà; per questo al rientro in Italia ho chiesto aiuto all’amico Sergio, che mi ha suggerito senza indugio l’Ultra ancor. Costa cara, ma da quando l’ho a bordo non ho più avuto problemi, non sbaglia un colpo, e dormo sonni tranquilli… credo che spesso noi velisti non diamo abbastanza importanza all’ancora, e a dirla tutta non siamo molto “generosi” nella spendere in manutenzione, e non pensiamo al valore non tanto della barca, ma della sicurezza, della nostra vita e di quella degli ospiti che abbiamo a bordo. …….E voi quale ancora avete a bordo? vi fidate di lei? quanto siete siete disposti a spendere per dare sicurezza all’ancoraggio della vostra barca?
Serbatoio del gasolio
Vi ricordate che ho avuto problemi con il serbatoio del gasolio? l’ho sbarcato, ed ho avuto la visita del perito per l’assicurazione, alla quale ho assistito con piacere e con qualche sorpresa, da una parte per la competenza del tecnico ( fino a prova contraria non è una cosa scontata!!!) dall’altra per le nozioni che ho appreso durante l’ispezione….e così ho preso atto che la corrosione appurata dipende dal tipo di acciaio usato ( ormai il 316 non si usa più…per risparmiare), dalla qualità delle saldature ( i veri punti deboli) , dalla messa a massa della tubazione di carico dalla coperta, da quella del prelievo dal motore, e del serbatoio stesso, dalla dimensione del tubo di sfiato, dall’isolamento del serbatoio sul fondo del gavone, dalle paratie interne al serbatoio ( il mio è ad L e contiene 250 litri…) e non ultimo dalla pulizia ed ispezione sul serbatoio.
E così, sperando che la vetustà non incida molto sul danno, potrò dire che ormai la arca è-…come nuova…. manca solo rifare il collettore degli scarichi a poppa….e finalmente potrò chiudere il cantiere iniziato l’anno scorso…..
Cosa non si fa per la nostra ….fidanzata…..
programmi
…..e così si comincia anche a fare programmi, non è mai tropo presto, il nostro animo deve viaggiare, lo spirito va alimentato, e complici gli amici, l’armatrice che mi pone gli obiettivi, gli armatori e velisti che sento quotidianamente, non ultimi i contatti per il sito rotte di tutto il mondo, e la consapevolezza che il SOUND OF SILENCE non può stare fermo perchè è nato per solcare i mari, mi piace navigare con il pensiero, verso il mio EGEO.
Non ho ancora pensato di raccogliere in un book una rotta fantastica attraverso tutte le isole che ho toccato, anche perchè prima vorrei chiudere il cerchio con il progetto che ho in mente, ma prima o poi lo farò.
Per adesso con il compasso virtuale e la carta del Mediterraneo davanti agli occhi sto vedendo la rotte che traccerò , perchè il progetto è di portare la barca in Egeo, passando per Ydra, Denoussa, Levitha e lasciarla a Samos l’inverno del 2022, l’estate seguente rifare l’Egeo a Nord, Limnos a trovare Carlo, poi in Calcidia, Sporadi (tutte) e rientro a Samos per l’inverno 2023, ripartire l’estate seguente per rifare l’Egeo Sud fino a Kastellorizo e rientro sempre a Samos per l’inverno 2024, ed infine rientro nel 2025 in Italia, magari con un pensierino per ri-navigare lungo la costa Turca e ri-percorrere la rotta da Cesme fino ad da Antalia, il cui sapore e ricordo porto nel cuore e negli occhi…
Spero solo di mantenermi in salute e di avere amici che mi accompagnino, e magari trovare un “marinaio” che mi dia garanzia di presenza ….. chi si prenota?????
Sognare è bello, perchè no?