mercoledì, Febbraio 5, 2025

ZoomaX 1

Cari amici, conoscete già Anna e Paolo, che da anni girano il mondo con Zoomax, uno splendido Cigale 16. Da tempo non trovavo loro notizie sul blog, e finalmente in questi giorni è arrivata la spiegazione. Anna, che ne tiene l’aggiornamento, ha avuto un problema durante un’immersione, ed è dovuta rientrare in Italia per curarsi, ma per fortuna è rientrata …a bordo, come potrete leggere di seguito.

Vi propongo di seguito un estratto del loro viaggio che ho scaricato da Facebook, ed alcune fotografie che ho lasciato in formato grande perchè sono… bellissime,

Chi fosse interessato trova alcuni video sulla straordinaria vita sottomarina di Fakarava sul loro canale Youtube Sailing Yacht ZoomaX

S/Y ZoomaX va in giro per il mondo
Andare per mare, per conoscere la terra

giovedì 27 giugno 2024
In Polinesia durante la stagione dei cicloni

Sono sei mesi che non aggiorniamo il blog. È stato un periodo complicato, che ci ha visti affrontare una prova impegnativa. Ne parliamo oggi con serenità perché tutto è finito bene ma … che spavento!
Cominciamo però da dove eravamo rimasti, al nostro arrivo in Polinesia il 15 Novembre 2023.
Per la prima volta nei 12 anni in cui siamo in giro per il mondo con ZoomaX abbiamo deciso di trascorrere ai tropici la stagione dei cicloni. La Polinesia si trova ai margini della loro traiettoria, viene colpita molto raramente, ma bisogna comunque stare all’occhio, controllare le previsioni meteo quotidianamente ed avere le idee chiare su cosa fare, dove andare, nel caso un ciclone decidesse di passare da queste parti.

I mesi di dicembre, gennaio e febbraio sono quelli a più alto rischio (la stagione dei cicloni è da Novembre ad Aprile). Più si va a nord-est e più si è al sicuro. Dei cinque arcipelaghi della Polinesia, storicamente le Marchesi sono le uniche a non essere mai state colpite, ma noi amiamo le acque cristalline, quindi decidiamo che faremo base negli atolli delle Tuamotu, con l’opzione di fare rotta a nord-est se dovessimo vedere una depressione tropicale in avvicinamento.


Questo è il piano. Prima però vogliamo fare un salto a Papeete (Tahiti), la capitale della Polinesia, per fare cambusa. Le scorte di cibo a bordo scarseggiano e sappiamo che alle Tuamotu troveremo solo i generi alimentari di base che vengono consegnati dalle navi che riforniscono le isole con cadenza più o meno regolare.
L’aliseo, ancora ben stabilito, ci costringe ad attendere. Tahiti, rispetto alle Isole di Sotto Vento, dove siamo atterrati dalla traversata, si trova a sud-est, proprio nella direzione del vento! Ne approfittiamo per visitare Huahine.

Ancoriamo nella baia di Avea, dove facciamo lunghe nuotate sul grande basso fondale sabbioso, pieno di anemoni rosa abitati da comunità di pesci pagliaccio.

Affittiamo anche uno scooter con cui facciamo il giro dell’isola, con varie soste. Le più interessanti sono:
La passion du Pareo: un atelier in cui si producono parei tinti a mano libera.
Motu Tresor: una collezione privata di conchiglie, dove apprendiamo quali sono le specie di coni da non raccogliere mai, perché così velenosi da essere potenzialmente mortali.
LM Huahine Vanille: una piantagione di vaniglia dove ci spiegano il processo di produzione e ci mostrano come vengono impollinati i fiori.


I coni velenosi sono quelli sul panno rosso

L’aliseo sembra non aver intenzione di mollare, ci accontentiamo di una rotazione ad est di qualche grado per fare rotta su Tahiti. Ci tocca tirare bordi per circa 20 ore, fino all’arrivo sotto costa, protetti dalle montagne di Tahiti e con una vista su Moorea a cielo terso.

Ormeggiamo al marina nel centro di Papeete e dedichiamo le due settimane successive agli acquisti per la cambusa e alla ricerca di qualche piccolo ricambio per la ZoomaX. Facciamo il giro dei vari supermercati, forniti di una vasta gamma di prodotti di importazione francese a prezzi da gioielleria. il vino in particolare è inavvicinabile. La birra ha un prezzo più ragionevole e un packaging molto attraente!

Con maggiore piacere frequentiamo il mercato centrale, che si trova vicino al marina. Oltre a frutta, verdura, pesce e prodotti di artigianato, sui banchi del mercato decine di donne producono le ghirlande di fiori freschi, molto usate dalle polinesiane nelle occasioni di feste o celebrazioni. Il profumo è inebriante ed i colori mettono allegria.

La città di Papeete non ha grandi attrattive e fa un gran caldo; il marina si trova nella zona portuale, da un lato del pontile abbiamo un viavai di navi da crociera che si alternano sui moli giusto il tempo di caricare i passeggeri in arrivo con i voli intercontinentali, dall’altro un locale chiassoso. Per rinfrescarci e fare un po’ di esercizio andiamo a provare la piscina pubblica. Ha una bella vasca di 50 metri, ma la temperatura dell’acqua è talmente calda (31-32°) che è impossibile allenarsi, dopo poche vasche usciamo spossati.

Il 16 dicembre si parte per le Tuamotu, prima tappa a Rangiroa.
200 miglia di navigazione comoda per arrivarci e qualche giorno di relax ancorati di fronte al resort Kia Ora.


Poi proseguiamo per Fakarava. Sono atolli che amiamo, ci siamo già stati nel 2013 e nel 2019. Ritornarci senza la fretta di un programma serrato ci consente di viverli in modo diverso, non c’è più l’adrenalina della scoperta ma c’è il piacere della ricerca dei dettagli che ad una prima visita sempre sfuggono. Inoltre in questa stagione, con il vento più variabile di direzione, riusciamo a fermarci con la ZoomaX in zone che in passato avevamo dovuto saltare, ad esempio la pass nord di Fakarava. È qui che trascorriamo i giorni tra Natale e Capodanno, nuotando nella pass, accompagnati da banchi di dentici e da un gruppetto di squali grigi che ci seguono come dei cagnolini. È un comportamento che hanno abitualmente con i pescatori locali, ai quali tentano di portar via le prede. Con noi restano delusi, siamo lì solo per guardare.

Alla pass sud di Fakarava ci dedichiamo alla subacquea. È famosa in tutto il mondo per la riproduzione delle cernie al plenilunio di giugno, ma anche il resto dell’anno è una delle pass con la maggiore concentrazione di pesci di barriera e di predatori. Ci immergiamo tutti i giorni in orari diversi e con condizioni di corrente opposte, per osservare come cambia il comportamento della fauna sottomarina. Gli squali riposano di giorno facendosi cullare dalla corrente e cacciano di notte. Sono centinaia. Siamo impressionati  anche dalla quantità di pesci Napoleone, di tutte le taglie. Notiamo quanto i pesci di barriera siano abitudinari. Il fondale della pass è ricoperto di corallo sano. I suoi colori vengono esaltati dalla luce di mezzogiorno, ed è quindi a  quell’ora che andiamo spesso a fare snorkeling lungo le sue pareti. Le immersioni più piacevoli sono quelle con l’acqua limpida della corrente entrante. Il momento più bello per osservare gli squali è all’alba, con la luce obliqua del sole che rende la loro livrea quasi metallizzata.


Ed è in uno di questi giorni che accade l’imprevedibile. Al termine di un’immersione tranquilla, non particolarmente profonda ed ampiamente entro i parametri di risalita, Anna viene colta da sintomi da incidente di decompressione. Una sensazione di pesantezza alle braccia e poco dopo alle gambe ci induce a recarci velocemente al diving center per farle respirare subito ossigeno puro da una bombola. In accordo con il medico iperbarico di Papeete, con cui parliamo al telefono, si decide per un’evacuazione aerea a Tahiti, dove si trova l’unica camera iperbarica presente in Polinesia.
Paolo resta su ZoomaX e si organizza per navigare al più presto su Tahiti in solitario. Anna viene ricoverata in ospedale e sottoposta a diverse sedute di camera iperbarica. La risonanza per fortuna non evidenzia danni al midollo, ma i sintomi sono quelli di un’embolia. Dopo i primi tre giorni si vedono i primi segni di miglioramento. Anna si rimette in piedi, pur con difficoltà, e Paolo nel frattempo la raggiunge a Papeete.
Risulta presto evidente che nonostante stia recuperando bene, Anna dovrà tornare in Italia per continuare le cure e cominciare la fisioterapia.
Ai primi di febbraio i PAZ si separano per oltre 3 mesi. Paolo e ZoomaX restano in Polinesia. Siamo nel pieno della stagione dei cicloni, non è possibile lasciare la barca incustodita.

Proprio in questi giorni le previsioni meteo annunciano la formazione di una serie di depressioni tropicali che potrebbero evolvere in ciclone. Paolo se ne va velocemente da Papeete, esposta ai forti venti occidentali previsti e si sposta a Baie Phaeton, una baia ben protetta nella parte sud di Tahiti. Si fermerà li per un mese, in compagnia di Andrea Pestarini, bloccato per un problema tecnico alla sua barca Durlindana. Di depressioni ne passano 4 o 5, un paio di queste piuttosto violente ma Baie Phaeton si rivela per fortuna un ottimo rifugio.
Nel mese di marzo il tempo migliora, proprio quando arriva Pol, amico spagnolo che avevamo conosciuto qui in Polinesia nel 2013, quando anche lui faceva il giro del mondo sul Sikkim insieme ad Iñaki. È venuto fin qui da Barcellona per passare qualche settimana di vacanza a bordo. Tanto per dargli il benvenuto, Paolo lo invita subito a fare un bagno nelle acque torbide e marroni di Baie Phaeton. Bisogna pulire l’opera viva di ZoomaX, sulla quale, in questo mese di sosta forzata, è cresciuto un tappeto di denti di cane.

Si torna a Fakarava!
Per arrivarci tocca fare di nuovo un po’ di bordi di bolina, ma le condizioni sono calme, quindi non è nemmeno così spiacevole. Con Pol si rifà il giro delle pass, nord e sud, e si rivivono le stesse emozioni. Paolo, che interagisce sempre volentieri con i pesci, individua un richiamo per gli squali con il quale li fa salire in superficie dal fondo della pass. La temperatura dell’acqua, ora a 31°, consente a noi umani di stare ore ad osservare la vita sottomarina, ma non è gradita ai coralli che mostrano, nel giro di poche settimane, preoccupanti segni di sbiancamento.
In giro per le Tuamotu ci sono poche barche. La quasi totalità dei naviganti si è spostata alle Marchesi per timore dei cicloni. Notiamo che da queste parti, oltre a noi, ci sono soprattutto barche scandinave.

Nel frattempo Anna in Italia affronta la riabilitazione con una determinazione che neanche immaginava di avere: sei settimane di fisioterapia intensiva all’Unità Spinale del CTO, poi un mese presso il Centro Iperbarico di Ravenna dove si sottopone ad un nuovo ciclo in camera iperbarica ed a diverse sedute di neurostimolazione e laserterapia. Nel tempo libero non abbandona il contatto con l’acqua, andando a nuotare ogni volta che può. Mai come in questo periodo la famiglia e gli amici dimostrano affetto e vicinanza, pronti ad offrire il loro aiuto in ogni occasione.
A metà maggio il Dott. Longobardi, direttore sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna, dà il via libera al ritorno in barca. I sintomi non sono ancora scomparsi del tutto, resta una sensibilità alterata, soprattutto alle ginocchia, ma si sa che il processo rigenerativo è lungo, per quello ci vorrà tempo. La vita in barca sarà la miglior fisioterapia!

Il 24 maggio si parte: Nizza –  Parigi – San Francisco – Papeete – Fakarava.
Un viaggio di due giorni, normalmente faticoso e noioso. Questa volta è diverso: l’eccitazione di rivedere Paolo e di tornare sulla ZoomaX non mi abbandona un attimo. Registro mentalmente ogni momento di questo avvicinamento.
Oggi celebriamo un mese dal mio ritorno in barca e ogni mattina mi sveglio con un immenso senso di gratitudine verso la vita.

In queste settimane abbiamo ricominciato le nostre curiose esplorazioni. Siamo stati a Kauehi, un atollo che non conoscevamo, poco frequentato dalla barche di passaggio.


Facciamo nuove conoscenze e ritroviamo vecchi amici.


Durlindana e il suo equipaggio riposano all’arrivo dalle Marchesi

Ora ci troviamo di nuovo a Fakarava. Il motu di Tetamanu e le acque della sua pass ci sono entrante nel cuore.


Siamo tornati per assistere ad un evento unico nel suo genere.
Una volta all’anno migliaia di cernie si radunano nella pass sud per riprodursi contemporaneamente nella notte del plenilunio di giugno. Poco si sa dei motivi, ma grazie al biologo marino francese Laurent Ballesta qualcosa si è capito. La pass di Fakarava garantisce correnti non troppo forti, il corallo che la popola ne è testimone, e questa è probabilmente la ragione per cui un gran numero di esemplari approfitta della marea calante per compiere le loro danze d’accoppiamento e disperdere le uova in pieno oceano. Di una tale concentrazione di prede, distratte dall’estasi riproduttiva, approfittano gli squali che accorrono a centinaia.
Sono i documentari di Ballesta, che aveva stimato per l’occasione la presenza di 18.000 cernie e 700 squali, ad averci stimolato ad essere presenti a questo appuntamento.
Abbiamo realizzato alcuni video sulla straordinaria vita sottomarina di Fakarava.
Chi fosse interessato li trova sul nostro canale Youtube Sailing Yacht ZoomaX

Posted by ZoomaX

Tema Polinesia Francese