Il linguaggio dei fari
I fari moderni hanno origine nel XVIII secolo, quando l’ingegnere inglese John Smeaton costruì il primo in pietra sulla costa di Eddystone, in Inghilterra.
Nel passato, erano dotati di una lampada a olio o a gas, oggi sono del tutto automatizzati e provvisti di tecnologie avanzate, tra cui i sistemi di illuminazione a Led.
La luce di questi segnalamenti marittimi ha intermittenze diverse per fornire informazioni specifiche ai navigatori. Ad esempio, i fari situati in posizioni particolarmente pericolose, come su scogli o isole, tendono a mostrare un segnale luminoso costante per indicare la presenza dell’ostacolo. Al contrario, i fari situati lungo le rotte di navigazione, come quelli che segnalano l’ingresso nei porti o le secche, tendono ad avere un segnale luminoso intermittente.
In generale, tali intermittenze sono regolate da standard internazionali stabiliti dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le caratteristiche della luce emessa di fari:
Fissa – Il faro rimane sempre acceso e mostra una luce continua, senza interruzioni (sulla carta è annotata con l’abbreviazione F.).
A lampi singoli – Il faro si accende, a intervalli costanti, per alcuni secondi con durata della luce inferiore a quella dell’eclissi (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Fl., Lam.).
A gruppi di lampi – Il faro mostra una serie di lampi, per alcuni secondi, seguiti da una eclisse di durata superiore a quella che separa i lampi (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Fl (3)., lam.(3) in cui il numero tra parentesi indica il numero di lampi).
Intermittente – La luce del faro è visibile a intervalli, con durata della luce superiore o uguale a quella delle eclissi (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Oc., Int.).
Scintillante – La luce e l’oscurità si alternano in modo rapidissimo con almeno sessanta scintillii al minuto (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Q., Se.); può essere continua, a gruppi di scintillii (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Q.(3), Sc.(3)).
Intermittente a gruppi di eclissi – La luce viene mostrata con eclissi di uguale durata. Ogni gruppo di eclissi viene separato da luci con durata superiore a quella che separa i vari gruppi di eclissi ( sulla carta è annotata con l’abbreviazione Oc.(2), lnt.(2)).
Luce scintillante intermittente – La luce è mostrata a gruppi separati e scintillanti, ogni gruppo è separato da una eclissi, che ha durata superiore a quella che separa i vari gruppi di luce (sulla carta è annotata con l’abbreviazione /Q., Sc.Int.).
Luce alternata – Il faro mostra una luce di differenti colori, che possono succedersi con o senza eclissi (sulla carta, per esempio, potrebbe essere annotata con l’abbreviazione Al. WR, Alt.b.r.).
Luce fissa con variazioni di intensità – Il faro mostra una luce continua, la cui intensità è periodicamente aumentata da lampi singoli o da gruppi di lampi (sulla carta è annotata con l’abbreviazione FFI., Flam.).
Luce isofase – Il faro mostra una luce la cui durata è uguale a quella dell’eclissi (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Iso).
A segnali Morse – Il faro mostra una sequenza di lampi brevi e lunghi che riproducono una lettera del codice Morse, separati da una eclisse con durata superiore a quella che separa i vari lampi che compongono il segnale Morse (sulla carta è annotata con l’abbreviazione Mo.(R); la lettera tra parentesi indica quella che viene riprodotta con i lampi).