Andiamo in Egeo 11: da Samos a Kos
Emigranti
10, 100, 1000,10000….i numeri fanno presto a crescere, e posso dire che c’ero anch’io: li ho visti in mare, in acqua, li ho visti camminare sotto il sole ad Agatunisi appena sbarcati, prima che li trovasse la polizia. Prima della polizia abbiamo trovato per terra un coltello a serramanico “okapi, made in south africa”: sporco di sangue???
Ne ho visti arrivare a decine a bordo di una motovedetta della guardia costiera, sbarcati proprio davanti alla mia barca: scendono in fila indiana, fanno loro togliere e gettare il salvagente e ogni abbigliamento sospetto, poi li accompagnano in caserma dove rimangono all’aperto, sotto il sole fino alla ri-partenza dall’isola, non si sa quando, dopo uno o due giorni.
Ne ho visti imbarcare su una motonave oltre 300 ad Agatunisi, fatta arrivare appositamente, perché l’isola stava scoppiando… Li hanno messi in fila, a gruppi di 100: donne e bimbi da una parte, uomini dall’altra, tutti seduti a terra, per qualche ora, erano davanti alla mia barca, sentivi il loro odore, il loro sudore, il loro chiacchierio, credo fossero tutti siriani, e stranamente erano….contenti, quasi felici. Avevano recuperato la loro vita, anche senza sapere come e dove andranno.
Quando siamo arrivati, nel pomeriggio, in lontananza la spiaggia pullulava di puntini neri, di bimbi in acqua, di donne tutte nere perché vestite di nero, dal capo ai piedi , anche le giovani; sulla massicciata erano raggruppate decine di persone con i piedi in acqua, per trovare un po’ di refrigerio sotto un sole che non dava tregua: ho preso quasi paura quando ad un certo momento ho cominciato a sentire fischietti soffiati con insistenza, come durante le cariche dei dimostranti/rimostranti che si vedono in televisione. Era solo un’adunata, erano i poliziotti sguinzagliati per il paese e lungo le spiagge che cercavano di radunarli per la conta….
Gli abitanti dell’isola sono preoccupati, i turisti/velisti non si fermano più , i vacanzieri se ne vanno, il paese perde la sua fisionomia, e c’è da pensare. Mi hanno detto che dall’Afganistan c’è una colonna di 100.000 profughi in marcia verso di noi, si vedono dal satellite….. c’è da pensare.
Martedì 25 agosto
Gli amici se ne vanno, è finita la vacanza, ritorna Dhavid .
Fa ancora molto molto caldo, qui a Samos, mentre in Italia ho sentito che fa anche frescolino.
Ho risolto il problema della perdita di gasolio, che dopo i filtri intasati ha continuato a farmi calare i giri del motore: era il circuito di ritorno del gasolio, un tubetto aveva una perdita. C’è anche la pompa dell’acqua, quella della girante, che ha l’alberetto un po’ mangiato: acciaio troppo dolce, ha detto il meccanico. Non ho tempo di aspettare il pezzo nuovo, almeno 5/6 giorni, lo tengo così, e spero di non avere intoppi, cioè di andare molto a vela…..
Giovedì arriva Paolo, e partiremo per Leros, dove saluteremo Toni Coppi, poi Kos da dove il 31 partirà Franco, e quindi attraverseremo l’Egeo, toccando Kos- Astypalaia – Anafi –Santorini – Folegandros – Milos, quindi verso Corfu ma non so ancora se via Corinto o Peloponneso: dipenderà dal vento che troveremo….
Giovedì 27 agosto
Leros . È iniziato il ritorno, con due tappe di circa 40 miglia l’una, che mi porteranno ai “bordi” dell’Egeo, prima del “salto”. Le previsioni meteo e le esigenze della barca mi condizioneranno il ritorno, tant’è che adesso che vi sto scrivendo da Kos ho già ipotecato la soluzione. C’è luna piena, si è fatta “bene”, e per una dozzina di giorni avremo meltemi molto moderato, per avere dopo, però, un picco di vento di almeno una settimana che consiglia di non mettersi in mare. Onde per cui penso di anticipare l’attraversamento da Kos, Astipalia, Milos ed arrivare fuori dall’influenza del meltemi, a NE del Peloponneso, entro giovedì 10 settembre, e fermami poi in quella zona qualche giorno ad aspettare gli amici che dovrebbero raggiungermi intorno al 20 settembre.
Quindi, pronti: via.
Samos – Leros, una veleggiata ad oltre 7 nodi, con randa e jennaker e vento al gran lasco ad oltre 15 nodi…..una goduria, anche perchè in Egeo ultimamente non ho ricordi di avere fatto rotta con vento di poppa e di avere un equipaggio che mi consentisse di issare la randa. Avevo un appuntamento con Toni Coppi, un amico Ve-Lista, e non volevo mancare, per cui anche se la partenza è stata un po’ ritardata per una manutenzione al motore, alle 13.30 abbiamo inseguito la regata Samos- Lipsy, che era partita in mattinata, con un bel vento da WNW che è rinforzato fino al pomeriggio. Alle 20.30 eravamo ormeggiati alla banchina comunale, davanti alle ex caserme italiane, e mi sono subito sentito un po’ a casa, perché a Leros ero stato già alcune volte, poi l’amico Toni mi ha subito monopolizzato la serata ed anche la seguente, con piacere, e non ultimo perché l’isola è piena di italiani.
A dire la verità non so cosa ci trovino, e per questo non vorrei attirarmi sguardi feroci, ma se non per nostalgia colonialista l’isola oggi non rappresenta certo l’isola greca per antonomasia.
Il marina, che ho visto quasi nascere una decina di anni fa, è così pieno di barche che fra una e l’altra non ci passa un parabordo, e per farcene stare di più sono messe anche prua contro poppa; non c’è un filo di verde che tagli i raggi di sole durante il giorno; non c’è aria perché alle spalle c’è la montagna con un piazzale scavato per ricavare la roccia con cui hanno poi fatto le dighe; la sera le barche sono così vicine che senti tutti i discorsi degli altri, e visto che le barche italiane sono la preponderanza non sei libero di “sparlare”….; dicono che ci sono buoni servizi e che costa poco, ed effettivamente ci sono travel lift per ogni tonnellaggio, ma ultimamente i prezzi in Grecia sono ribassati o comunque sono più bassi che in Italia, i meccanici sono molto professionali anche fuori dei marina (con tutti i pescherecci l’expertising non manca)…, e quindi non capisco perché ….siano tutti qua..
Inoltre raggiungere l’isola non è così immediato, perché in aereo è obbligatorio il passaggio da Kos, e via nave per quanto agevole sia bisogna sempre partire dal Pireo e attraversare l’Egeo. L’isola infine è di origine vulcanica, con montagne molto alte e quindi venti catabatici che non perdonano, e le uniche due baie agiblili, e senz’altro molto belle paesaggisticamente, sono diventate un angolo di costa smeralda, con un fazzoletto di sabbia e tre file di ombrelloni dove senti parlare solo italiano, ed alle spalle un susseguirsi di bar e ristoranti che di greco hanno solo la proposta del menu e neppure la lingua, perchè in loco ormai si parla italiano maccheronico,e con le macchine che passano sotto il naso lungo l’unica strada, nata però per i somarelli greci.
Il paese infine è invaso dai siriani che, arrivati con i barconi pieni di soldi chiedendo asilo politico, loro concesso, hanno fatto una tendopoli ed occupato alcune case in costruzione e quindi l’isola non sai più di chi è:
italiana? In marina e nei ristoranti delle zone balneari senti parlare quasi solo italiano ed i prezzi delle case sono alle stelle perché nei borghi paesaggistici i nostri connazionali hanno fatto spese (?!?!?!).
Siriana? Lungo tutto il paese basso, sul porto, ci sono solo loro, di giorno seduti ovunque in cerca di ombra, di sera in capannelli sulle panchine, ma anche ai bar a cenare, perché i soldi li hanno….
Greca? Credo che di greci ne siano rimasto pochi, solo quelli che hanno interessi economici basati o sul turismo o sui profughi, perché i supermercati e i negozietti sono sempre pieni di acquirenti non certo greci….., e quando finisce la stagione turistica ritornano ad Atene.
Mi dispiace, speravo che il buon “formaggio imbriagon” venduto dal bravo “casoin” che parla italiano e regala ai vecchi clienti l’origano in sacchetto, fosse ancora il simbolo della isola greca autentica, con la feta fresca “pescata” dal secchio ed altrettanto il formaggio insaporito nelle vinacce, ed invece è diventano solo un nostalgico per i nostalgici, che trovano sempre il formaggio, sotto vuoto, ma assieme ad altre “delikatessen”, in un nuovo negozio che si è adeguato alle richieste , come da PEC a Milano.
Questo per me è un angolo di Grecia perso.
Sabato 29 agosto
Kos- Partiamo la mattina alle 8, confidando in un bel traverso che le previsioni danno in mattinata, ed invece appena fuori dal cancello della baia, con le garitte Italiane ancora ben visibili, incontriamo raffiche catabatiche e mare incrociato. Nel canale che separa Leros da Kalimnos c’era una corrente difficile da cavalcare se non con motore a 2000 giri, e stavo per perdere le speranze di veleggiare; avevo aperto dentro la baia tutta la randa e o yankee, ma sono stato costretto a chiudere la vela di prua e stavo quasi per fare lo stesso con la randa, che avevo bloccato al centro e che sbatteva in modo indecente: poi ho visto al largo una vela aperta che veniva in controbordo, sicuramente da Kusadasi, c’erano 5/6 nodi di vento di poppa, ed ho osato: randa fuori, fino alle sartie, ritenuta, ho spento il motore, ho riaperto lo yankee e con andatura a farfalla ho preso piano piano velocità.
Uscendo dal ridosso di Kalimnos è arrivato un po’ più di vento e timonando con perizia (che non ci manca, ah ah ah…modesty blaise ), Sound of silence ha preso il passo e lasciando Nisis Kalimnos a sinistra, e Pserimos a dritta, puntando sul capo davanti a Bodrum abbiamo iniziato una cavalcata che in poche ore sempre a farfalla, con tutta randa (quasi troppa) ci ha portato a destinazione:Kos.
A dire la verità più che una cavalcata è stata una impoppata gigantesca, specie nel punto più stretto del canale che separa la Grecia dalla Turchia, con onde formate e corrente da Nord che ci faceva si correre, ma impegnativa da governare al timone. Per fortuna Sound of Silence risponde sempre al richiamo, e con vento anche sopra i 20 nodi di poppa, abbiamo sfiorato la meda davanti alla baia di Bodrum (senza issare la bandiera di cortesia turca…) e prima di strambare verso …la Grecia, con velocità intorno agli 8 nodi, abbiamo incrociato una grande barca a vela di almeno 20 metri che però andava a motore, ed ha proseguito verso Sud. Mi sono chiesto come certi queste imbarcazioni, che hanno equipaggi con le magliette tutte uguali fra loro….non vadano a vela, mentre noi, piccoli in confronto e con equipaggio amatoriale, troviamo gusto a cimentarci in queste esperienze…. .
Kos, un porto bello storicamente, protetto da tutti i venti, quindi un rifugio perfetto, assomiglia molto a Bodrum che è a poche miglia di là del canale, ma quasi impossibile da frequentare in barca se fuori soffia il meltemi, che dalle 12 soffia sempre fino alle 20. Questo fa entrare un’onda di mezzo metro, che si incrocia con quelle create dall’andirivieni di caicchi, turchi e greci, di motoscafi, di traghetti, di imbarcazioni che portano a spasso i turisti e non ultime le barche a vela che entrano ed escono perché non c’è posto, creando un effetto lavatrice per chi è in banchina che non scorderò mai più.
Fortunatamente ho il vento di poppa, quindi i cavi a terra mi danno garanzia e sicurezza, e l’ancora a prua con 50 metri di catena su fondo di fango mi fa dormire tranquillo, ma per contrastare l’effetto lavatrice ho bloccato la barca con ben 6 cime a terra….., e per fortuna non sono stretto fra altre imbarcazioni.
L’atmosfera è comunque piacevole, l’aria rimane Greca, anche se dietro al castello c’è una tendopoli siriana, e si incontrano turisti di tutto il mondo che si susseguono sbarcando dai traghetti provenienti dalla Turchia e da quelli che arrivano dalle isole Greche, moltissimi diretti alle spiagge che dicono essere bellissime nel lato Sud dell’isola.
Stamane sono uscito alle 7 per cercare il pesce direttamente dai pescatori, ma di domenica c’è poca offerta. in giro era ancora tutto chiuso, però le strade erano pulitissime, nelle piazze dietro alla via principale i tavolini erano in ordine pronti ad accogliere più tardi gli avventori, ed ho incontrato solo un piccolo supermarket aperto 24 ore (questo si che è servizio…). Alla commessa ho chiesto se fosse aperto un market fish, domanda che logicamente ha avuto esito negativo, ma con grande sorpresa mi ha chiesto cosa stessi cercando che magari lei avrebbe potuto aiutarmi; due polipi, un paio di Kg, una telefonata, dopo un’ora è arrivato il sacchetto con i polipi freschi…non congelati….
Beh, che volete che vi dica, in barca in questa banchina sarà anche un casino, ma ho riconosciuto la grecia che mi aspettavo e che nella maggior parte della altre isole si può riscontrare.