sabato, Dicembre 21, 2024

Navigare di notte

L’amico Mauro mi ha inviato queste interessanti osservazioni sull’articolo pubblicato la scorsa settimana. Credo vi interessi, oltretutto perché il suo “quaderno” è inserito nella collana del Frangente dei quaderni del nostromo…

La navigazione notturna, che mi ha sempre appassionato, ha alcune regole di base universalmente condivise, ma per alcuni aspetti è condizionata dalla barca e dalle abitudini personali. Ovviamente è ben diverso compierla su una grande nave o su una barchetta a vela e tra le barche a vela ci sono i modelli più disparati, con strumenti ed equipaggi più o meno ben assortiti, che permettono gestioni più o meno comode.

La strumentazione moderna aiuta enormemente rispetto alla situazione dei tempi andati… ma non bisogna mai affidarsi ciecamente (è il caso di dirlo) agli strumenti dimenticando l’osservazione diretta di cosa ci sta intorno.

Nell’articolo e nella pagina web a cui fa riferimento nel suo interno, trovo molte concordanze con le indicazioni che ho sviluppato nel manuale e come dicevo qualsiasi indicazione “pratica” si può adattare alle circostanze diverse che si incontreranno. Una cosa da tenere ben presente è che la navigazione di notte non si improvvisa ed è importante prepararsi prima.

Riguardo ai turni, che come dicevo dipendono anche dall’equipaggio disponibile, concordo con Nicola Andreatta che non dovrebbero superare le 3 ore perché più lunghi, su una barca a vela, li trovo impegnativi. Io mi trovo bene con intervalli di 2 ore, ma sono indicazioni soggettive (io mi addormento e mi risveglio in pochi minuti).

Sovente succede di affiancare compagni d’equipaggio inesperti e quindi passare anche il turno di riposo in pozzetto, sdraiati, ben coperti, ma pronti ad intervenire in caso di dubbi o di bisogno e in quel caso magari allungherei a 3 ore, per consentire a chi “affianca” quello di guardia di recuperare anche nel dormiveglia.

Sulle “uscite dal pozzetto” concordo di evitarle, ma l’inconveniente imprevisto è sempre possibile e in quel caso assicurarsi alla jack-line è doveroso (con un “penzolo” il più corto possibile). Sconsiglierei di utilizzare le draglie, perché meno robuste e… troppo vicine all’acqua, in cui bisogna assolutamente evitare di cadere!

In sostanza la navigazione notturna è appassionante e utile a guadagnare miglia, permettendo di godersi più a lungo le soste in rada.

Buon Vento!

Io facevo così:

sul paragrafo dei turni,

  • se avevo un equipaggio di almeno 4 persone io preferivo turni di 4 ore con due persone per turno, che si alternavano ogni ora, per cui di fatto stavano di guardia 2 ore per turno, e la notte scivolava in fretta…
  • Quando eravamo in tre facevo turni di tre ore, per cui uno dormiva almeno 6 ore.
  • Quando eravamo in due, il mio “secondo” montava di guardia dopo cena fino a mezzanotte (in estate normalmente è chiaro fino a “tardi”), e rimontava alle 04.00. Io mi facevo da mezzanotte alle 04.00 perchè non soffro il sonno e poi è il turno più impegnativo che normalmente spetta al comandante!!!

sulla navigazione notturna

  • consente effettivamente di fare trasferimenti che consentono di raggiungere in fretta le destinazioni delle vacanze. Da Monfalcone a Corfu sono 500 miglia, e se uno deve navigare contemplando soste notturne difficilmente riesce a fare più di 60 miglia al giorno, oltre ai costi per la sosta ( non parliamo poi se in Croazia!!! ) per cui ci vuole almeno una settimana per raggiungere la Grecia…Io ho un record di 75 ore da Monfalcone a Guvia!!!, il che mi permetteva di allungare le soste, oltre al piacere di condividere con gli amici una esperienza altrimenti difficile da provare, perchè non ci sono molti velisti/naviganti che navigano di notte!!!