Raiatea – il Rum e la vela (di Tonino del MAGIC)
Aggiornamento al Notiziario RTM sezione Pacifico e Atlantico
L’uomo navigante (a vela), è un uomo (naturalmente sottointendendo anche la donna…), che fatica molto, sia fisicamente che moralmente. Si confronta continuamente con una natura non sempre benevola, spesso severa e, a volte, cattivella. Fare qualcosa per recuperare le energie così facilmente spese è molto importante, ci sono diversi metodi, ogni marinaio ha il suo, ma sedersi in pozzetto, guardare le stelle dopo una dura giornata, con un buon bicchiere in mano è un’altra cosa. Tuttavia il bicchiere non basta, come la storia insegna, dentro, deve esserci una buona dose di Rum, meglio se “una dose da Comandante”, come diceva Tom Neale (dal libro “solo, in un’isola deserta” di Tom Neale). Passate le isole Canarie, da Capoverde in poi, il Rum è sicuramente la bevanda superalcolica più diffusa. Per noi, marinai veneti e friulani, che non rinunciamo ad un cicchetto dopo cena, è d’obbligo adeguarci a questa bevanda così poco diffusa dalle nostre parti, dopo le colonne d’Ercole, le buone grappe italiche sono solo un vago ricordo, le poche bottiglie della cambusa si sono esaurite velocemente e, il prezzo di quel poco di italiano che si trova, è davvero scoraggiante. Gli ospiti, ai quali raccomandiamo caldamente un contributo alcolico, trovano qualsiasi scusa per non accontentarci: “le bottiglie si rompono”, “la dogana le sequestra”, “sono troppo pesanti e ci mandano fuori limite” e via negando, così anche noi, ci siamo abituati al Rum, che, tutto sommato non è poi tanto male. A Capoverde si trova il Grog, una bevanda simile al Rum (Ron, come dicono loro), sempre ricavata dalla canna da zucchero. Viene prodotta in varie qualità, le più economiche sono veramente difficili da bere per noi “palati fini”, quelle più care (ma parliamo sempre di qualche euro a bottiglia), vanno giù abbastanza bene. Raggiunti i Caraibi inizia la festa! “Rhum” a volontà, di tantissimi tipi e qualità, tutto buonissimo ma abbastanza caro, dell’ordine di 20-25€ a bottiglia. Qui si usa fare il “Punch-Rhum”, mescolando il Rum a lime, zucchero di canna, e tanto ghiaccio (Punch classico) con l’aggiunta di succo di frutta tropicale diventa un Punch-Rhum veramente speciale, anche se noi, il Rum preferiamo gustarlo puro, naturalmente…
Fatta una doverosa scorta di ottime bottiglie, si va verso la Repubblica Dominicana e la Jamaica, qui abbiamo il massimo dei buoni Rum, i prezzi sono abbordabili, dai 10€ per un prodotto medio ai 18€ per un Appleton VX Jamaicano. A Kingston abbiamo notato che i Jamaicani bevono mica male, il sig. George, nostro amico e guida della città, iniziava verso le 10 del mattino a reggere un bicchierone di Appleton ben ghiacciato, ci disse che aveva problemi di cuore, e il medico gli aveva raccomandato l’alcool per tenere pulite le arterie! Qui il Rum si trova in ogni dove, nei chioschetti di campagna, in città, al supermercato, nei negozi specializzati per turisti, Rum e tabacco sono due prodotti tipici di qualità sempre ottima. A Panama la qualità scade un poco a vantaggio del prezzo, spopola l’Abuelo, buon prodotto per 6€ la bottiglia da litro, in versione ambrata o bianco, ci si fa facilmente il palato e va giù molto bene. Se passate da qui andando in Pacifico, fatene una buona scorta, non troverete nulla a questi prezzi per molte, molte miglia. Arrivati alle Marchesi iniziano i problemi. In tutta la Polinesia francese l’alcool è molto malvisto dal governo, può essere venduto solo in determinati orari, da pochi negozi, ne è vietata la vendita durante i fine settimana e in altri giorni festivi, inoltre è vietato bere nei luoghi pubblici (per strada o nei parchi), neanche una birra! Qui, dove tutto è piuttosto caro, il Rum costa una follia, una bottiglia di Abuelo, che a Panama paghiamo 6€, al supermercato costa non meno di 40€, quindi, mettiamo mano alle riserve strategiche. A Tahiti anche le riserve strategiche sono agli sgoccioli, vediamo cosa si può fare. Numerosi negozi propongono un Rum tipico di Tahiti, bianco, al sapore di vaniglia (la pianta che qui va per la maggiore). Non lo troviamo buonissimo, è piuttosto duro e troppo profumato di vaniglia, inoltre, naturalmente, è caro, mediamente 25€ a bottiglia. Cercando alla disperata, abbiamo trovato il Rum bianco più economico, “Rhum de Tahiti” a circa 12€, pessimo direi, buono solo per fare il Punch o da mettere nel risotto di zucca. Dopo altre ricerche abbiamo scoperto il “Dou Dou”, roba che in Italia non avremmo mai comperato, ma qui… si trova a buon prezzo perché è quasi sempre in offerta, circa 10€ la bottiglia da 1L, ambrato, profumato, abbastanza morbido (gli aggiungono un po’ di zucchero di canna, ecco perché…), insomma il miglior compromesso per noi alcoolisti dichiarati ma squattrinati. Così, dopo aver coniato il motto “Dudù mi piaci tu”, con la scusa che ci potrebbe servire come merce di scambio nelle prossime isole del Pacifico (ammesso che ne avanzi…🙂 ), ne abbiamo fatta una buona scorta,.
Detto questo, noi potremmo sembrarvi dei beoni esagerati, ma aspettate un momento, ascoltate qui… Abbiamo fatto un piccolo sondaggio e osservato anche gli usi locali. Alle Marchesi fanno fermentare le banane per produrre una pessima bevanda chiamata “birra locale”, credo abbia 12-15 gradi alcoolici, ne bevono in quantità esagerata. Il Sig. Douglas, nel suo barcone d’epoca, ha un distillatore professionale, distilla qualsiasi cosa, dalle patate all’ananas, lui dice che così ottiene la Vodka… Due ragazzi finlandesi, in un barchino di 9m, fanno fermentare per due settimane acqua, zucchero e lievito, ottengono una bevanda alcoolica… un po’ strana! Abbiamo saputo che alle Tuamotu distillano la noce di cocco dopo averla fatta fermentare, sembra che si ottenga qualcosa di buono, abbiamo assaggiato un prodotto simile in una distilleria di Tahiti. Voi amici, che ci leggete comodamente seduti in poltrona, godetevi una buona grappa Friulana, non sapete quanto siete fortunati!!